I jeans strappati, gli abiti alla moda, il gioco del trucco e della femminilità emergente; l'inclinazione a rincasare sempre un po' dopo, se possibile; l'esuberanza e lo stile 'disinvolto': caratteristiche proprie dell'adolescenza al femminile che ogni genitore di una teenager ben conosce e con cui scende a patti, eccetto mitigarle se eccessive.

Ma questo modo d'essere e rappresentarsi di una marocchina di 14 anni, nata e cresciuta a pavia, non piaceva a genitori e fratello di ferree tradizioni musulmane, che la punivano con frustate, a colpi di cinghia o persino con il cavo del computer.

maltrattamenti che hanno indotto il Tribunale dei Minori di Milano a sottrarla ai genitori ed affidarla a una comunità.

Educazione a colpi di frusta, lo 'scandalo' d'essere occidentale

Calci, pugni, schiaffi, cinghiate e frustate persino con il cavo d'alimentazione del computer: l'educazione di questa ragazzina di famiglia marocchina ma italiana, nata e cresciuta a Pavia, è sempre stata contraddistinta dalle punizioni corporali, ma con le rivendicazioni di una maggiore libertà, proprie della sua età, la smania di libertà e la voglia di affrancarsi da una famiglia che sentiva ostile se non estranea, i maltrattamenti si sono intensificati e aggravati.

Al punto che la ragazzina è arrivata in Questura a sporgere denuncia contro la famiglia: ha raccontato delle violenze fisiche subite, avendo sotto braccio un referto medico dal momento che era finita in ospedale per aver riportato contusioni multiple ed era stata dimessa con una prognosi di 31 giorni.

A infierire su di lei erano soprattutto il padre e il fratello, e comunque sempre con l'assenso corresponsabile della madre che anziché difenderla, li incoraggiava a picchiarla. Tanta violenza inaudita e crescente perché i familiari non sopportavano lo 'scandalo' del suo voler apparire e in sostanza essere 'occidentale', e non tolleravano il suo vestirsi come le altre ragazzine, le adolescenti italiane quale anche lei è, per loro tutte delle poco di buono.

Stesso trattamento toccato una decina d'anni prima alla sorella più grande.

Un precedente simile giusto qualche giorno fa a Bologna: una madre musulmana con la complicità dei familiari ha tagliato a zero i capelli della figlia 'colpevole' di non voler indossare il velo.

Provvedimenti del tribunale

Il tribunale dei minori di Milano ha avviato un'indagine e, in attesa di accertare i fatti, ha deciso di sottrarla al momento alla famiglia, ritenendo responsabili dei maltrattamenti subiti, tutti i membri con lei conviventi e di affidarla a una comunità.

Il tribunale ha anche disposto l'intervento di un mediatore culturale.

Nelle prossime settimane saranno ascoltati il padre, la madre, il fratello e la sorella della 14enne che comunque ha implorato gli agenti di non essere riportata a casa. Da parte loro, i familiari si sono difesi dicendo che intervenivano sulla figlia con severità per arginare comportamenti 'riprovevoli': non voleva andare a scuola, faceva tardi, si vestiva in modo eccessivo. Era 'ribelle' e sregolata: proprio come qualsiasi adolescente del pianeta.