Una volta c'era chi sceglieva o chi ci cascava nel mondo della droga. Ora, la spericolatezza regna sovrana. Già, i ragazzi moderni non fanno più uso di sostanze dopanti soltanto per il gusto di sballarsi ma soprattutto per i pericolosi 'mi piace' che possono ottenere dai video e dalle fotografie postate sui social network. E al riguardo, la nuova moda si chiama “bong”. Una classica maschera antigas frontale alla quale è stato aggiunto un tubo in plastica, una vaschetta atta a bruciare le sostanze scelte e un beccuccio. -”Detta così sembrerebbe una cosetta da niente”, assicura il direttore della Casa Pediatrica Asst Fatebenefratelli - Sacco di Milano, Luca Bernardo.
Che in occasione della firma di un protocollo collaborativo con la Polizia di Stato ha spiegato i terribili effetti collaterali sul cervello degli adolescenti.
Un allarme concreto
La maschera bong rappresenterebbe l'ultima trovata per respirare proprio tutti i fumi emanati dalle sostanze stupefacenti. Un oggetto pericolosissimo e di facile reperimento, stando all'esperienza acquisita dagli stessi funzionari della struttura pediatrica. In effetti, in seguito ad una rapida ricerca sul web, hanno potuto verificare che le “bong” sono in vendita su tutti i siti internet specializzati e non, e che addirittura nessuno effettua i dovuti controlli sull'età del potenziale compratore. E per provare tale acquisto, il dottor Bernardo ha portato una di quelle maschere da 30 euro alla firma del protocollo, assicurando di aver fornito dati personali di pura fantasia e come indirizzo di consegna, una abitazione in disuso.
Sempre più fighi
Il lungo intervento del professore Luca Bernardo si è chiuso con un monito alle forze dell'ordine, affinché inaspriscano i controlli sui punti vendita fisici e online. Tuttavia, le parole più aspre le ha riservate a genitori e figli presenti all'incontro. Parole semplici con le quali ha cercato di spiegare che il collegamento di una pipetta alla maschera bong farebbe aumentare considerevolmente gli effetti del crack, dell'hascisc o della cocaina, giacché il loro fumo verrebbe convogliato interamente nell'apparato respiratorio e nel cervello senza un adeguato ricambio d'aria.
In questo modo, assicura il direttore della Casa Pediatrica milanese, “il consumo diventa un'ostentazione, una gara a diventare sempre più social ed eventualmente più fighi”.