L’inchiesta per corruzione che ha portato all’arresto del direttore provinciale dell’agenzia delle entrate di Genova e di alcuni rappresentanti dell’azienda napoletana Securpol si sta allargando. Come avevano già sospettato gli inquirenti, dietro allo spostamento della ditta di impianti di sicurezza da Napoli a Genova senza apparente motivo ci sono dei favori da parte di Walter Pardini, prontamente rimosso dall’incarico di direttore provinciale dell’ufficio di Genova. Lo scambio di denaro sarebbe avvenuto dopo una cena al lussuoso ristorante Manuelina di Recco, con la consegna di una busta contenente 7.500 euro da parte dei rappresentanti della ditta napoletana all’ex direttore dell’agenzia per insabbiare un debito col Fisco di oltre 20 milioni di euro.

Anche il Manuelina ha problemi col Fisco

Oltre ad essere uno dei più famosi ristoranti di Recco per la caratteristica focaccia, il ristorante Manuelina è stato il luogo dove gli inquirenti hanno filmato la cena di Walter Pardini con i rappresentanti dell’azienda Securpol, che ha un contenzioso di oltre 20 milioni di euro con il Fisco. Tra di essi c’era anche Luigi Pelella, ex funzionario dell’Agenzia delle Entrate e consulente Securpol, che avrebbe fatto da tramite tra le parti. La Guardia di Finanza sta indagando anche sul ristorante, scelto non a caso dai personaggi arrestati, tra i quali vi è Stefano Quaglia, un commercialista genovese che avrebbe ricevuto una tangente di 2.500 euro grazie alla sua funzione di intermediario.

Pardini mangiava e dormiva spesso al Manuelina, locale al centro di un'indagine fiscale.

Flavio Briatore coinvolto nell’inchiesta

Tra i numerosi fascicoli sequestrati dalle Fiamme Gialle a Walter Pardini ce n’è anche uno relativo a Flavio Briatore, il miliardario che nel 2015 è stato condannato a 11 mesi per reati fiscali e gli è stato sequestrato uno yacht dal porto di Genova.

Briatore ha fatto finta di noleggiare il suo yacht Force Blue dal 2006 al 2010, senza versare 3,6 milioni di euro di Iva. Dalle indagini è emerso che Pardini ha incontrato numerose volte il proprietario del Billionaire e, guarda caso, entrambi gestiscono enormi proprietà immobiliari in Kenya. Massimo Terrile con il procuratore aggiunto Vittorio Ranieri Miniati stanno indagando per fare luce sulla vicenda. Per il momento i quattro arrestati, Pardini, l'avvocato Luigi Pelella e i due commercialisti Massimo Alfano e Francesco Canzano, rimangono in carcere nel timore di una fuga o di inquinare le prove.