Ieri sera poco dopo le 21.00 ora italiana spari hanno paralizzato Parigi facendola ripiombiare nella paura dell'incubo terrorismo. La città è stata messa in coprifuoco dalla polizia e servizi speciali francesi. Nella confusione iniziale gli Champs-Elysees molto affollati a quell'ora son stati messi lentamente in sicurezza facendo evacuare tutti i civili per poter consentire alla polizia di operare in tutta tranquillità.
L'autore di questo ennesimo attacco giunto alla vigilia di una campagna elettorale quanto mai frizzante proprio per le spinte provenienti dalle frange più estreme alla chiusura totale dei confini francesi, è Karim Cheurfi, 39 anni, di nazionalità francese.
Chi è l'attentatore
Karim Cheurfi era già noto alle autorità perché in gioventù, quando aveva solo 23 anni, era stato fermato dalla polizia perché alla guida di una auto rubata. Aveva già all'epoca avuto uno scontro a fuoco con i poliziotti. Durante il fermo in commissariato era riuscito a sottrarre una pistola agli agenti, sparare ad un agente e ferirlo gravemente.
Era stato incriminato e condannato a 20 anni di carcere, ridotti in seguito a 15, era il 2005, e soli 12 anni dopo lo ritroviamo in azione in questo attentato. Anche nello scorso febbraio era stato fermato dalla polizia, le accuse erano le minacce che aveva rivolto proprio alla polizia, ma era stato rilasciato per mancanza di prove.
Il tutto mentre si trovava ai domiciliari per i precedenti reati ed era sotto cura psichiatrica. Il giudice non aveva ritenuto che Cheurfi dovesse tornare in carcere.
L'attentato di ieri sera
Ieri sera Cheurfi, non è ancora chiaro se solo o se in compagnia di un altro militante islamico, armato di kalashnikov, si è diretto verso il furgone al cui interno c'erano i poliziotti che son stati feriti a morte.
L'attentatore è morto nel conflitto a fuoco. Immediatamente sono intervenute le forze parigine per evacuare la zona per poter operare in tranquillità e rintracciare eventuali complici.
Durante le perquisizioni seguite all'attentato, nell'auto dell'attentatore son state trovate diverse armi da fuoco e coltelli da cucina. Oltre al Corano ed a scritti inneggianti all'Isis, è stato trovato anche indirizzo di servizi segreti francesi.
Le rivendicazioni
Lo stato islamico ha rivendicato l'attentato come opera dell'isis e dando un nome dell'attentatore Abu Yousif al-Belgiki. Questo non sarebbe il nome dell'attentatore ma di un altro complice belga. Ad ora però, la procura federare belga nega ogni coinvolgimento da parte di cittadini belgi con questo gravissimo fatto.