Si tratta del nono lancio da quando Trump ha ottenuto la carica di Presidente degli Stati Uniti. Il missile è stato lanciato intorno alle 5 del mattino di sabato dalla base di Pyeongannam-do in direzione nord-est raggiungendo i 70 km circa di altezza prima di esplodere. Il lancio avrebbe dovuto simulare un attacco ad un mezzo navale, quasi in risposta alla presenza della portaerei americana, la Carl Vinson, nelle acque del pacifico orientale. Da fonti del governo americano vengono accertate le caratteristiche dei missili lanciati questa notte, si tratterebbe di armi a corta gettata in grado di andare oltre il confine di Pyongyang di circa 60 km.
Grande preoccupazione in Giappone
Se per gli americani, si sa, il test non ha rappresentato nessun pericolo, non si può dire la stessa cosa dei vicini della Corea del Nord, il Giappone. A Tokio la metropolitana si è fermata per circa 12 minuti e ha ripreso a funzionare solamente dopo che l'allarme era rientrato. Un sintomo della tensione che si respira da quelle parti, perché il presidente Trump è stato chiaro, si farà di tutto per fermare Kim jong-un. Perché anche se per ora è prioritaria la scelta di placare la furia del dittatore con vie diplomatiche, per Trump non è detto che funzionerà e dunque si prepara ad una grande guerra che vedrebbe coinvolte tutte le potenze militari d'oriente, tra cui la Cina.
Il Dragone ha fatto sapere di essere in continuo contatto con Pyonyang per risolvere la situazione senza ricorrere all'uso della violenza. E in effetti ci sarebbe il modo di chiudere la faccenda senza agitare troppo le acque. La Corea del Nord sopravvive grazie ai commerci che transitano per il 70% dalla Cina, e da Pechino passa anche la vitale fornitura di Petrolio di Kim.
Tra le ipotesi per fermare una possibile guerra sul nascere ci sarebbe infatti la possibilità di piegare il regime con una potente raffica di sanzioni che metterebbero alle strette definitivamente Kim e i suoi marescialli.
Cosa c'è dietro ai flop missilistici?
La serie di esperimenti missilistici falliti ha alzato il muro dei sospetti di chi vuole credere che dietro a questi flop ci sia l'intelligence di Cina o Stati Uniti.
Se così fosse di certo il mondo potrebbe dormire sonni più tranquilli ma è anche probabile che sia tutto frutto della scarsa preparazione militare e tecnologica del regime di Kim, che nonostante possegga uno dei dieci eserciti più grandi al mondo rimane il dittatore di uno stato arretrato e completamente isolato dall'esterno.