Due dardi scoccati all'indirizzo di Washington, potrebbero trasformarsi in due macigni. Il primo riguarda un presunto attacco della coalizione a guida USA, sarebbe avvenuto ieri nella provincia di Deir ez-Zor. L'obiettivo dell'aviazione alleata era una postazione dell'Isis nel villaggio di Hatla, ma nel contempo sarebbe stato bombardato un deposito di armi tossiche, a quanto pare nelle disponibilità dello Stato Islamico. L'esplosione avrebbe sprigionato una nube i cui effetti venefici avrebbero intossicato ed ucciso centinaia di civili. A darne notizia è l'agenzia SANA, si tratta dunque di una fonte filogovernativa, trattandosi nello specifico dell'organo di comunicazione dell'amministrazione retta da Bashar al-Assad.

L'altro 'neo' riguarda un articolo piuttosto discutibile apparso su un organo di stampa autorevole come il New York Times. L'editoriale porta la firma di Thomas Friedman che sottolinea "l'utilità dell'Isis in Siria, perché combatte contro Assad, la Russia e l'Iran". Sconcertante per certi versi, se visto con gli occhi occidentali "terrorizzati" dagli attentati jiahdisti che hanno colpito senza alcuna distinzione in Europa, ma veritiero sotto altri aspetti se si conoscono le dinamiche che hanno scatenato la crisi siriana, sei anni or sono.

Il presunto raid della coalizione USA

Il comunicato battuto dall'agenzia SANA indica che il raid della coalizione a guida statunitense sarebbe stato effettuato il 12 aprile, tra le 17.30 e le 17.50.

La postazione dello Stato Islamico nel villaggio di Hatla, ad est di Deir ez-Zor, sarebbe stata difesa da un gran numero di miliziani tra cui molti mercenari stranieri. Il bombardamento avrebbe provocato "una nuvola bianca che è poi diventata gialla - si legge testualmente nella nota - a causa dell'eplosione di un grosso magazzino che conteneva una grande quantità di materiali tossici".

Secondo il comando generale dell'esercito siriano, "l'attacco aereo della coalizione a guida USA ha ucciso centinaia di persone, tra cui moltissimi civili, soffocati dalle inalazioni di sostanze tossiche". Per certi versi, la ricostruzione è smiile a quanto sostenuto dalla Russia sui fatti di Khan Sheikhun, attribuiti però da Washington al governo di Assad senza alcun dubbio, perché "supportati da prove in possesso del Pentagono, quali intercettazioni dei servizi segreti".

Ad ogni modo, trattandosi di una notizia che proviene direttamente dal governo siriano, va sicuramente verificata ed al momento non è possibile farlo attraverso fonti indipendenti. Lo stesso dovrebbe avvenire relativamente alla strage di civili nella provincia di Idlib ed in merito ci sarebbe un'apertura da Damasco.

Damasco invita gli ispettori OPAC

Il governo di Bashar al-Assad, infatti, ha invitato in Siria gli ispettori dell'OPAC, l'organizzazione per la proibizione delle armi chimiche. "Scopo della missione - ha detto Bashar al-Jaafari, rappresentante del governo siriano all'ONU - è quello di verificare se nella base di al-Shayrat (quella da cui sarebbe partito l'attacco, poi colpita dai missili statunitensi, ndr) esistono armi proibite, come accusano gli Stati Uniti. Gli stessi ispettori dovrebbero verificare se a Khan Sheikhun è stato usato il gas sarin e se vi siano delle scorte alla base. Naturalmente l'accesso della missione a Khan Sheikhun deve essere autorizzato dai terroristi di Al Nusra, sono loro che controllano la città".

Lo sconcertante editoriale del New York Times

A far discutere l'opinione pubblica in queste ore è, inoltre, lo sconcertante editoriale apparso sul sito del New York Times a firma di Thomas Friedman. Nel titolo si chiede "Perché Trump sta combattendo l'Isis in Siria?". A criticare pesantemente il contenuto è Seth Frantzman, cronista del Jerusalem Post. "Secondo Friedman - sottolinea Frantzman - Donald Trump dovrebbe consentire all'Isis di essere 'il mal di testa' dell'esercito di Assad, della Russia, dell'Iran e delle milizie Hezbollah". Sebbene nell'articolo si riconosca "la lotta a livello mondiale contro lo Stato Islamico che controlla grosse parti di territorio in Iraq e Siria", viene evidenziato che "la sconfitta dell'Isis ridurrebbe la pressione su Assad ed i suoi alleati che sopprimerebbero senza problemi i ribelli moderati".

Il commento di Seth Franztman schiuma di rabbia. "L'Isis non è un gruppo islamista moderato come Hamas o i Fratelli Musulmani. Hanno bruciato vive e decapitato migliaia di persone e si sono macchiati della distruzione del patrimonio culturale delle zone conquistate. Mi chiedo come qualcuno pensi di poter tollerare tutto questo".