Il 10 maggio a Roma alcune importanti ong hanno partecipato alla conferenza stampa organizzata da AOI (Associazione delle Organizzazioni Italiane di cooperazione e solidarietà internazionale) e dal Forum Terzo Settore, indetta per rispondere ai numerosi attacchi nei loro confronti da parte di alcuni media e personaggi politici.
Le accuse, che sono ampiamente circolate nei social fino a finire su tutte le prime pagine dei giornali, ritengono che alcune delle associazioni che prestano soccorso nel mar Mediterraneo collaborino con gli scafisti e in tal modo favoriscano il traffico degli esseri umani nella tratta mediterranea.
Attacchi che si sono fatti sempre più frequenti e che non si sono limitati al mondo della rete: a Prato è stato organizzato un sit-in da parte dei gruppi neo-fascisti "Gioventù Identitaria" e "Movimento Nazionale" che con lo slogan "ONG Scafiste" hanno fatto irruzione al festival Mediterraneo Downtown; a Roma Forza Nuova ha occupato il giardino esterno dell'OIM (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni), appendendo uno striscione che inneggiava contro le ong che prestano soccorso nel Mediterraneo, arrivando a schernire un migrante che stava entrando negli uffici.
Ma nonostante le notizie di presunti reati delle ONG siano molto diffuse, finora nessuna Ong risulta essere stata accusata dalla magistratura.
Lo stesso Procuratore Carmelo Zuccaro, che è stato uno dei primi ad avanzare perplessità sull'operato delle ONG, ha sostenuto che le sue dichiarazioni sono soltanto ipotesi di lavoro, prive di elementi probatori.
La Conferenza Stampa
La conferenza stampa è servita alle ONG per ribadire che le accuse di questo periodo sono infondate, e che il compito delle associazioni impegnate nei soccorsi in mare è quello di salvare vite umane, non di guadagnare soldi dalla tratta.
Prima di questa conferenza, alcune ONG coinvolte avevano già esposto la loro posizione, come nel caso di Medici Senza Frontiere.
Durante la conferenza si è risposto alle critiche sulla poca chiarezza dei finanziatori delle ONG e del loro operato: per AOI sulla trasparenza e onestà degli intenti delle Ong non ci possono essere dubbi “I dati parlano per noi" spiega Silvia Stilli, Portavoce AOI "mobilitiamo 600 milioni di euro per la povertà, abbiamo 3000 progetti di cooperazione e volontariato e 82 mila volontari in tutto il mondo, ce lo mostra anche il portale Open-Cooperazione.
Non accettiamo accuse”. Le associazioni hanno inoltre ribadito come i salvataggi delle ONG non siano legati a interessi economici ma sono una risposta all'aumento delle morti in mare, create anche dall'impossibilità di entrare in Europa tramite visti regolari e dalle politiche di FRONTEX che mirano a "vigilare, non salvare”.
Le accuse di traffico e di poca trasparenza che vengono lanciate contro le ONG dimostrerebbero quindi la volontà di gettare fango sul mondo della solidarietà, e su tutte quelle persone che agiscono secondo dei principi di imparzialità, non discriminazione e umanità.
Dalla conferenza emerge infine la volontà di creare un fronte unitario contro le generalizzazioni, affinché politici, giornalisti, società civile si uniscano per "reagire a questa deriva che colpevolizza ingiustamente e strumentalizza le Ong, invece di interrogarsi sulle responsabilità delle politiche europee in relazione alle morti in mare".