Blue Whale, due parole che sino a pochi giorni fa per tanti non significavano molto, ma che oggi fanno quasi rabbrividire. Incarnano un fenomeno che ha inizio in Russia, dove centinaia di adolescenti negli ultimi mesi si sono suicidati, tutti scegliendo di buttarsi dal piano più alto di un palazzo. Ulteriore dettaglio che rende la situazione più macabra è che c'è sempre qualcun'altro pronto a riprenderli durante i loro ultimi secondi di vita, secondi in cui diventa troppo tardi per preferire la vita alla morte.

Blue Whale è un "gioco", una sorta di protocollo le cui regole devono essere seguite da tutti i partecipanti.

Esso nasce come un raccapricciante schema psicologico pensato per essere diffuso in rete e strutturato al fine di abbindolare le menti dei ragazzi, trascinandoli in una depressione profonda, tanto da renderli vulnerabili e passivi ad ogni stimolo esterno. Il risultato finale è che si è talmente immersi in questa depressione da riuscire a convincersi che l'unico modo per uscirne è la morte.

La prima regola che i ragazzi devono rispettare è: fare finta di niente, proprio perché in questo modo i genitori, o comunque chi ti sta intorno, possa accorgersi di nulla. Nasce tutto on-line, luogo dove dei "curatori" reclutano chi, anche solo per curiosità, vuole conoscere questo mondo. I ragazzi arrivano a disegnare balene ovunque: la balena è infatti il simbolo di questo gioco, associato ad esso perché questo stesso animale si va a suicidare, arenandosi sulla spiaggia.

Gli ultimi 50 giorni di vita delle "vittime" si basano su delle regole ben precise da rispettare ogni giorno. Regole assurde e malate inviate ogni giorno dai curatori, i quali pretendono che questi adolescenti si taglino le braccia con un rasoio, che si sveglino nel bel mezzo della notte per ascoltare o vedere contenuti esoterici.

Le vittime entrano in un vortice sempre più profondo che, come sabbie mobili, le immobilizza sino ad ucciderle.

Fortunatamente, l'informazione e, quindi, la lotta a questo movimento celato per troppo tempo, si sta diffondendo con la stessa celerità con cui esso ha fatto decine di vittime. Bisogna saper intervenire subito, creare una linea di comunicazione con chi sembra essere particolarmente debole o depresso.

La stessa Barbara Greensberg, psicologa infantile, ha detto che: "questo non dovrebbe essere indicato come un gioco. In sostanza, quello che succede è che i ragazzi depressi sono portati a credere che stanno giocando ad un gioco [...] quando in realtà hanno a che fare con problemi di salute mentale. I genitori hanno bisogno di monitorare il comportamento dei propri figli. i bambini depressi che sono isolati sono sensibili. I genitori devono sorvegliare i cambiamenti nel comportamento."