Alle radici della crisi economica di questi anni è più volte stato chiamato in causa anche il mondo dell'istruzione a proposito di fenomeni quali la disoccupazione, la dispersione scolastica, lo scollamento tra il mondo del lavoro e quello della scuola o più in generale tra la formazione e l'occupazione.Tra i problemi generati dalla crisi economica, che sono a loro volta anche concausa della stessa crisi, c'è anche il fenomeno della fuga di cervelli e il mancato riconoscimento/spendibilità di vari titoli di studio italiani in altre nazioni del mondo (e viceversa).

La ricerca della soluzione iniziata nel 1999

A soluzione dei problemi appena visti c'è il Processo di Bologna, iniziato nel giugno 1999, quando 29 ministri dell'istruzione europei si sono incontrati nel capoluogo emiliano ed hanno sottoscritto un accordo noto, appunto, come la dichiarazione di Bologna. Questa gigantesca opera di riforma dell'istruzione è andata avanti dal 1999 fino ai giorni nostri, nel quasi totale silenzio dei media, passando oggi da 29 a ben 48 paesi aderenti. Le ambizioni dell'impresa sono grandi. Per qualcuno sarà una vera e propria rivoluzione, per altri sarà un avanzamento, e coinvolgerà tutte le Università dei paesi aderenti in termini di aggiornamento dei piani di studi (nuovi contenuti ma anche nuove materie) e anche in termini di mobilità (i titoli di studio conseguiti in italia saranno spendibili anche all'estero e viceversa).

L'importanza della questione

Se qualcuno pensa si tratti dell'ennesima riforma destinata a rimanere solo sulla carta, mentre all'interno delle università "chi insegna e decide continuerà a decidere come insegnare", questa volta potrà ricredersi: ogni istituto dovrà disporre di un sistema rigoroso di certificazione della qualità, valutato da agenzie di controllo esterne.

All'interno del distretto europeo, la Commissione Europea aiuterà in questo modo i paesi dell'UE e gli istituti universitari a modernizzare i programmi di studio, in modo che possano offrire le competenze di elevato livello (e trasferibili) necessarie per un mercato del lavoro in rapida evoluzione. Parlare di enti sovranazionali deputati al controllo della qualità dei programmi di studio non significherà però una perdita dell'utonomia nazionale a proposito delle cultura o delle politiche dell'istruzione.

Durante il processo è stata infatti sempre manifestata la volontà di non interferire sull'autonomia o sulle politiche dell'istruzione nazionale. Anzi, è stata sempre evidenziata l'importanza delle specificità nazionali.

Informazioni sullo stato dei lavori

Ad oggi possono dirsi già compiute diverse tappe: la convenzione di Lisbona (11 aprile 1997), la dichiarazione della Sorbona (1998), Bologna (1999), Praga (2001), Berlino (2003), Bergen (2005), Londra (2007), Leuven (2009), Budapest e Vienna (2010) e Bucarest (2012). L’ultima conferenza ministeriale si è tenuta a Yerevan, in Armenia, nelle giornate del 14 e 15 maggio 2015. La prossima conferenza ministeriale si terrà in Francia nel 2018, data in cui partiranno ulteriori cambiamenti se non addirittura data che potrebbe benissimo essere l'ultima tappa di questo lungo iter. La chiusura del processo significherebbe l'inizio di tutte le riforme in programma e su scala mondiale.