Sono passati tre giorni dallo scoppio dell'incendio nel deposito di rifiuti in via Pontina Vecchia, a Pomezia. Altri focolai in questi giorni hanno interessato la zona di stoccaggio dei rifiuti. Sul posto dove è scoppiato l'incendio sono operativi da giorni i vigili del fuoco e la polizia municipale che stanno lavorando per evitare che si verifichino altri incendi e stanno cercando di dare sicurezza alla gente della zona. I vigili lavorano incessantemente da giorni con autobotti e mezzi speciali non solo per evitare l'avvampare di altre fiamme, ma anche per determinare il raffreddamento di alcuni blocchi.

Contemporaneamente si procede allo smaltimento di alcuni materiali presenti, potenzialmente tossici presenti nel deposito. Infatti, i pompieri hanno deciso di utilizzare tute speciali per evitare di essere contaminati dalle sostanze tossiche.

La preoccupazione per l'inquinamento

Tutti gli uomini che stanno lavorando per spegnere i vari focolai lo fanno muniti di tute speciali e mascherine per scongiurare danni alla salute. Sono proprio questi eventuali danni a preoccupare i residenti della zona e le stesse autorità. Sin da subito, infatti, i cittadini erano stati invitati dalle autorità a tenere chiuse le finestre di casa ed indossare le mascherine qualora dovessero trovarsi all'esterno. Le farmacie sono pertanto state prese letteralmente d'assalto con conseguente esaurimento di tutte le scorte.

Sono iniziati però i primi segni di intossicazione e malori per la popolazione con bruciore agli occhi e difficoltà respiratorie. Secondo le rilevazioni effettuate dalla Asl la qualità dell'aria resta ancora tra i limiti stabiliti mentre bisognerà attendere un po' per l'esito delle centraline di controllo posizionate dall'Arpa.

Resta però il fatto che i Pronto Soccorso della zona sono stati invasi dalla gente e che i centralini dei Vigili del Fuoco sono stati sommersi di chiamate da parte di chi cerca risposte e rassicurazioni. Per il momento sono stati sospesi pascolo e raccolta di ortaggi e frutta nella zona interessata. Il timore, infatti, è che oltre alle sostanze diffuse dalla combustione dei rifiuti presenti nel sito, come la diossina, si sia diffuso nell'aria anche l'amianto di cui potrebbe essere composto il tetto del deposito. E mentre si attendono le risposte delle analisi la gente teme che ancora una volta per la propria salute e per quella dei bambini.