La giornata di Papa Francesco è cominciata questa mattina all'aeroporto di Ciampino alle 7:30; l'arrivo a genova era previsto per le 8.30. Nel capoluogo ligure, il Pontefice ha incontrato i 3.500 lavoratori dello stabilimento Ilva in cui si producono, insieme all'impianto principale di Taranto, circa 9 milioni di tonnellate d'acciaio l'anno. Il messaggio del Santo Padre per chi rischia di rimanere senza casa, dopo le vicende che hanno messo a repentaglio il lavoro di migliaia di operai delle suddette acciaierie, e per i genovesi che lo hanno accolto, oltre alle circa 100mila persone previste, è stato come al solito un messaggio di umiltà e di carità verso il prossimo: "So che Genova è una città generosa, che non chiude le porte - afferma il Pontefice - ed è noto il suo impegno nell'accoglienza e nell'integrazione di chi scappa dalla fame, dalla povertà e dalle guerre".

Papa Francesco: "Chi licenzia non è un imprenditore, ma un commerciante"

Una posizione ferrea, quella del Pontefice, in favore dei lavoratori che, dopo la chiusura dell'Ilva di Taranto, rischiano di cadere in miseria, e che probabilmente non è piaciuta agli imprenditori italiani: "Chi crede di risolvere il problema licenziando - ha dichiarato il Papa - non è un imprenditore, ma un commerciante". Il Santo Padre ha affondato ulteriormente il colpo quando ha aggiunto: "chi vende la sua gente, domani venderà la propria dignità". Affermazioni aspre, dunque, che non lasciano adito ad alcuna replica, e che ricalcano il pensiero del Pontefice nella direzione di un'umanità perduta nei grandi numeri della produzione industriale, in cui l'essere umano è il più delle volte uno strumento nelle mani dei grandi gruppi imprenditoriali.

Nella fattispecie, di recente la magistratura ha sequestrato lo stabilimento dell'area a caldo di Taranto, dove vengono prodotti i pezzi che successivamente vengono lavorati nell'impianto di Genova che, per questo motivo, rischia di chiudere e di mandare allo sbando migliaia di famiglie. Per l'impianto genovese, dopo il sequestro disposto dagli inquirenti, resta a disposizione materiale per lavorare solo una settimana, mentre la fabbrica di Novi Ligure dovrebbe avere lavoro per circa due settimane.

Bergoglio: "So quanto è pesante la disoccupazione"

Mano pesante di Bergoglio, dunque, il quale non nasconde che la politica di oggi sembra "incoraggiare chi specula sul lavoro, invece di chi investe e crede nel lavoro". Tutto ciò, prosegue: "crea burocrazia e controlli, partendo dal presupposto che tutti siano degli speculatori".

Sempre secondo Papa Francesco, chi non rientra nella cerchia degli speculatori rimane dunque svantaggiato, ed è inevitabilmente costretto ad adeguarsi: "Si sa che le leggi pensate per i disonesti finiscono spesso per paralizzare gli onesti".

Una visita, quella del Pontefice a Genova, che gli ha consentito anche di rispolverare i ricordi cari d'infanzia. Infatti il Santo Padre non ha nascosto l'emozione di ritrovarsi, dopo molti anni, nella città in cui, il 1° febbraio del 1929, si imbarcarono anche i suoi nonni Giovanni e Rosa, e: "mio papà, che allora aveva appena ventuno anni". Dichiarazioni di affetto per la città ligure, dunque, ma l'attenzione resta sempre rivolta alle dinamiche sociali, in favore degli oppressi.

In quest'occasione, infatti, il Papa ha lanciato anche un messaggio di solidarietà e collaborazione tra i genovesi, cittadini notoriamente generosi e solidali, in questo momento particolarmente delicato. Gente di mare dal cuore generoso - come li ha definiti il Pontefice - abituata ad avere a che fare con reti da pesca e, dunque, anche "in grado di fare rete tra di loro in caso di bisogno".

Il programma del Pontefice: Genova città off-limits

Genova ha atteso con impazienza l'arrivo di Papa Francesco, che ha dapprima incontrato i dipendenti dello stabilimento Ilva, dopodiché si è spostato presso la Cattedrale di San Lorenzo, nel cuore della città, dove ha incontrato i vescovi della Liguria, i membri del clero e i vari rappresentanti e collaboratori laici della curia.

Subito dopo ha visto i giovani della missione diocesana nel Santuario della Madonna della Guardia. Successivamente, il programma ha previsto l'incontro con i senzatetto: circa 130 rifugiati si sono seduti al tavolo con Francesco, nella Sala del caminetto del Santuario.

Nel pomeriggio, alle 15:15 circa, si è recato in visita ai bambini dell'ospedale Gaslini, poi, a bordo della papamobile, è giunto fino a piazzale Kennedy. Alle 17:30 si è tenuta la messa conclusiva che ha chiuso la giornata genovese del Papa prima del ritorno in aeroporto poco prima delle 20, dove il Santo Padre ha benedetto la statua della Madonna di Loreto.

Genova, dunque, ha risposto con entusiasmo alla visita di Papa Francesco, ma anche con il massimo dispiegamento di forze dell'ordine.

Molte delle strade principali sono state chiuse fin dalla mattinata di ieri: in alcune zone, come Viale Caviglia o Via Adamoli, è stato introdotto fino alle ore 24 il divieto di transito di autobus e macchine, ad eccezione solo dei bus turistici. Molte anche le piazze genovesi interessate al divieto d'accesso, come Piazza Rossetti o Piazza De Ferrari. Su richiesta della Regione, Trenitalia ha potenziato i trasporti per la destinazione Genova-Brignole. Secondo le prime stime, infatti, pare che siano stati 40.000 i posti che si sarebbero aggiunti ai 155.000 previsti dai treni regionali in partenza dalle principali stazioni liguri.