Mercoledì a pompei il furto. Immediatamente dopo l'orario di apertura del sito archeologico partenopeo, una borchia in bronzo del diametro di 7 cm è stata rubata. L'oggetto risale al VI secolo A.C. ed era esposto alla mostra Pompei e i Greci, precisamente nella sala "Palestra Grande". Fissata ad un pannello di legno e coperta da uno strato di plexiglass, la borchia ornamento di alcune porte dell'antica città, era assicurata con delle viti e la rapina ha richiesto diverso tempo per evitare i controlli. Il reperto archeologico era in mostra a Pompei e di proprietà del Museo Archeologico Nazionale della Basilicata, a Potenza, il suo valore si aggira intorno ai 300 euro.
All'opera il nucleo investigativo dei Carabinieri di Torre Annunziata, nel Napoletano, i quali hanno recintato l'area e provveduto ai primi rilevamenti. A disposizione degli inquirenti il video di sorveglianza che si spera sia stato in grado di immortalare il ladro. Il furto è avvenuto mercoledì in mattinata, solo ieri sera le autorità del parco hanno notato la mancanza della borchia all'interno del sito archeologico.
Osanna: 'Gesto vergognoso'
"Oltre al gesto che ferisce il sito di Pompei e il patrimonio culturale italiano - riferisce il Direttore Generale di Pompei Massimo Osanna - mi colpisce anche da un punto di vista personale trattandosi di un’area nella quale avevo condotto direttamente lo scavo".
E' vero infatti che la refurtiva non costituisce un valore inestimabile per gli scavi, ma comunque il reperto archeologico rubato è testimone dell'antica cultura di Pompei, Patrimonio Mondiale dell'Umanità dal 1997 secondo l'UNESCO. La mostra "Pompei e i Greci" allestita a partire dal 12 aprile e curata dal direttore Osanna e da Carlo Rescigno, Università degli Studi della Campania, ha l'obiettivo di raccogliere oggetti testimoni dell'incontro fra la cultura italica e quella dell'antica Grecia.
Molti reperti archeologici sono infatti messi in mostra, fra cui ceramiche, armi, sculture e iscrizioni in diverse lingue parlate all'epoca. Il furto di Mercoledì ha visto come refurtiva una borchia in bronzo del valore di 300 euro. Non una perdita ingente per gli scavi, quindi, ma un "gesto vergognoso", dettato forse solamente dalla volontà di recare danno al sito archeologico, non opportunamente presidiato questo dai giusti controlli, a quanto pare, causa del furto di Mercoledì avvenuto immediatamente dopo l'orario di apertura.