Una storia davvero agghiacciante si è consumata in Algeria, un fatto che ci mette di fronte ad una realtà sempre più disarmante e presente nella società, stiamo parlando dell'uso folle e scriteriato dei Social Network e di Facebook nel caso specifico.
Follia: appende il figlio a 50 metri di altezza per avere like su Facebook
L'episodio a cui facciamo riferimento è avvenuto appunto in Algeria, con un padre che ha appeso letteralmente il piccolo figlio al dodicesimo piano del palazzo situato nella città di Bab Ezzouar, filmando la scena raccapricciante, per poi postarla su Facebook.
Il gesto, già di per sé assurdo, è stato reso ancor più grave dallo sconcertante commento con cui l'uomo ha lanciato il post, che è stato il seguente: "Se non arrivo a 1.000 'mi piace' lo butto giù".
Ovviamente, a seguito di questa situazione, moltissimi utenti hanno segnalato il video alle autorità algerine e dopo un processo velocissimo l'uomo è stato condannato a due anni di carcere. La notizia è stata riportata da alcuni autorevoli giornali inglesi, i quali hanno sottolineato la velocità d'intervento delle forze dell'ordine nordafricane, fortunatamente. L'uomo è stato immediatamente trovato ed ha subito ammesso le sue colpe, inoltre ha confermato di aver fatto tutto questo solo per ottenere un pugno di like su Facebook.
L'uso scriteriato dei social e le reazioni all'accaduto
Ovviamente, questo fatto ha suscitato grande clamore in Algeria e successivamente anche nel popolo del web, infatti sono tantissimi coloro che hanno rivolto insulti all'uomo e hanno riaperto il dibattito sull'uso illogico che sempre più persone fanno dei Social Network.
E' risaputo che Facebook, Twitter e gli altri sono mezzi utili per restare in contatto con le persone, ma quando si eccede su cose barbare tipo questa, che ha messo a rischio la vita di un bambino solo per avere dei like, è chiaro che c'è bisogno di una profonda riflessione.
In Algeria ad esempio ci sono state reazioni forti da parte di personalità di spicco, come quella dell’attivista Dalila Belkheir, la quale ha affermato: "Per quanto fatto, questo uomo non può considerarsi un padre, ma un terrorista".
I toni dunque sono comprensibilmente duri sulla vicenda e voi cosa ne pensate? Lo sfrenato utilizzo dei social network sta deviando in modo grave i nostri comportamenti o è un fenomeno che attiene solo ad alcune persone? Diteci la vostra nell'apposita sezione e restate aggiornati con le ultime news.