L’arresto nei giorni scorsi di Lara Bombonati, la 26enne piemontese accusata dalla procura distrettuale di Torino di essere una combattente agli ordini del Califfato, ha portato alla ribalta la storia di suo marito, Francesco Cascio, morto lo scorso 26 dicembre in Siria durante un’irruzione in un campo di addestramento, in circostanze non ancora del tutto chiarite. Dopo la vicenda del genovese Giuliano Delnevo, ucciso nel 2013, si è quindi registrato un altro caso di foreign fighter italiano deceduto a fianco delle forze dell’Isis. Subito ci si è chiesti cosa avesse portato un taciturno ragazzo siciliano a diventare jihadista: in molti hanno provato a cercare la risposta indagando nel passato del giovane.

Un ragazzo introverso

Nato ad Erice 27 anni fa, Francesco aveva frequentato il liceo classico Francesco Vivona di Castellammare del Golfo in provincia di Trapani, dove è ancora ricordato come un ragazzo introverso, scontroso e già con qualche simpatia verso l’Islam. Non andava molto bene a scuola: “Era spesso distratto, il suo rendimento non era sufficiente - dichiara a Repubblica il suo professore d’italiano, Vincenzo Vitale -. Aveva l’abitudine di disegnare una sciabola saracena sui suoi quaderni. Una volta gli ho chiesto il significato di quella figura ripetuta di continuo e lui mi aveva risposto che era una sua fantasia”.

Una famiglia normalissima

Anche Rino Sabella, l’ex psichiatra del giovane, parla del suo particolare carattere molto chiuso “che lo aveva portato ad isolarsi dal resto dei suoi coetanei”.

Francesco proveniva da una famiglia normale con i genitori, ormai separati da anni, impiegati: il padre in Prefettura, la madre amministrativa dell’Esercito a Palermo ed una sorella più piccola che frequenta l’università. In paese erano conosciute le simpatie per l’Islam del giovane, che negli ultimi anni si era fatto crescere una lunga barba.

Francesco aveva lasciato casa verso la fine del 2010: dopo un periodo in cui non aveva trovato lavoro in Sicilia, si era trasferito in Piemonte, dove aveva conosciuto Lara Bombonati. Già dopo pochi mesi, nell’estate 2012, la coppia si è sposata con rito civile a Castellammare. I due giovani, che non erano riusciti a trovare un lavoro stabile nel Nord Italia, avevano deciso di trasferirsi ad Istanbul nel 2014.

È in questo periodo che il giovane ha cominciato a frequentare una moschea, pur mantenendo i contatti con la famiglia che lo sosteneva economicamente. I genitori, dopo l’ultima visita in Turchia, nel settembre 2016 non hanno saputo più nulla del figlio, tanto da denunciarne la scomparsa. Poco dopo infatti Francesco sarebbe entrato in clandestinità per unirsi all’esercito del Califfato.

L'arresto di Lara e la scoperta della morte di Francesco

Di lui si sono perse le tracce; Lara invece è stata arrestata dalle autorità di Ankara, mentre cercava di attraversare il confine con la Siria, e poi espulsa dal paese. A questo punto l’antiterrorismo italiano ha iniziato ad occuparsi della ragazza, controllando ogni sua mossa per individuare eventuali contatti in Piemonte, fino ad fermarla mentre si accingeva a ripartire.

La donna aveva avvisato solamente due settimane fa la famiglia Cascio della morte del marito, avvenuta a dicembre. Adesso tutti si chiedono se questo lutto poteva essere impedito: sembra proprio che il grido di aiuto di quel ragazzo che disegnava sciabole sui quaderni di scuola sia rimasto inascoltato.