A più di due mesi dagli omicidi di Budrio e Portomaggiore, l’inchiesta è ad una svolta: Norbert Feher, ormai conosciuto come "Igor il russo" avrebbe un complice, che da giorni lo proteggerebbe, nascondendolo in un qualche luogo sicuro. Quindi le forze dell’ordine, impegnate nell’estenuante ricerca del killer non considerano più l’uomo in fuga nelle campagne tra Bologna e Ferrara, ma come un semplice latitante che sarebbe al riparo in tra “mura amiche” e da lì aspetterebbe che le acque tornino calme. Infatti le ultime tracce dell’assassino, ritrovate all’aperto dai cani molecolari, risalgono a più di due settimane fa.

Di conseguenza sono stati ridotti gli uomini sul campo tra Molinella e Budrio, ormai non più di 40 unità, a fronte dei mille impegnati nei giorni immediatamente successivi ai fatti di sangue per i quali Igor il russo è accusato. E sono cambiati soprattutto i metodi di ricerca, adesso affidati ai reparti investigativi.

L’interrogatorio della vedova del barista

Infatti negli ultimi giorni le indagini si sono concentrate sulla presenza di un complice. In particolare è stata ascoltata la moglie di Davide Fabbri, il barista ucciso il primo aprile: secondo gli inquirenti la rapina di Budrio non sarebbe stata casuale, ma l’obiettivo sarebbe stato scelto con cura dall’assassino. Si sono allora ricercati i possibili motivi di questa decisione: la vedova, che durante l’audizione avrebbe anche avuto un malore, ha ribadito di non aver mai visto prima Norbert Feher, ma ha fornito anche elementi utili, come la presenza di un fucile da caccia e due pistole nell’abitazione della coppia, dato che Fabbri ogni tanto andava al poligono a sparare.

Il killer, informato da qualcuno, avrebbe forse voluto impossessarsi di quelle armi?

Una passione pericolosa

Un’altra pista che si sta seguendo è quella legata ad una passione della vittima: il titolare del bar era un collezionista di orologi antichi, che acquistava girando per i mercatini antiquari di tutto il Nord Est, riparava e restaurava da solo, arrivando a rivenderli ad altri appassionati.

Un hobby che richiedeva la disponibilità di una certa quantità di denaro contante per chiudere le trattative: gli inquirenti pensano a un basista, o forse anche a qualcuno, a conoscenza di questi particolari, che abbia commissionato a Igor la rapina e che ora lo protegga, per evitare di finire dentro ad un’inchiesta che, come afferma Repubblica, potrebbe portare anche all’ergastolo per il mandante dell’atto criminale.

Quindi l’attenzione di chi indaga sulla vicenda si è spostata su questo “ignoto”, complice dell’assassino, anche se apparentemente non legato a lui; insomma, un insospettabile che potrebbe essere anche ricattato da Feher.