La Gabbia non sarà più open. La puntata del 28 giugno è stata, infatti, l'ultima del programma condotto da Gianluigi Paragone e in onda su La7. A confermare la chiusura è stato lo stesso giornalista al termine della trasmissione: "Rivolgo un applauso a tutta la redazione, ai produttori, al regista, agli operatori. Ringrazio chi da casa ci ha seguito, l'editore e il nuovo direttore Andrea Salerno, anche se La Gabbia non rientra più nei suoi piani editoriali. Va bene così. Chiudiamo qui i battenti: ha vinto il ciaone. E con questo ciaone ci salutiamo".

Il riferimento è all'espressione rivolta in un tweet dal deputato del Partito Democratico Ernesto Carbone ai sostenitori del referendum sulle trivelle del 17 aprile 2016, una volta appresa la notizia del mancato raggiungimento del quorum. Un'uscita divenuta, per molti, simbolo dell'arroganza del potere.

Ad alludere ad una qualche motivazione politica alla base della scelta di non rinnovare il programma per la stagione successiva è stato anche il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio. "È un brutto periodo - ha detto, rivolto a Paragone, il volto di punta del Movimento Cinque Stelle - per le forze politiche e per i giornalisti che si esprimono liberamente. Lei ha tutta la mia vicinanza, perché abbiamo saputo oggi che chiuderanno il suo programma, come hanno cacciato Massimo Giletti dalla Rai perché parlava troppo spesso di vitalizi.

Qui si vuole annientare tutta quella parte di Paese che prova a dimostrare dissenso".

Dissenso che, in rete, non si è fatto attendere: "Sapevamo - ha scritto sul suo blog il filosofo Diego Fusaro - che prima o poi sarebbe accaduto. I cani da guardia abbaiavano da tempo. Libertà e coraggio si pagano cari. Sempre. È una delle lezioni della storia".

Ben poco solidali con Paragone si sono dimostrati, invece, alcuni colleghi giornalisti, a cominciare da Mario Lavia de L'Unità, che su Twitter ha esultato: "Mi sa che devo telefonare ad Andrea Salerno per ringraziarlo". Sulla stessa linea di pensiero anche la cronista de Il Giornale Laura Cesaretti, già finita al centro delle polemiche per il suo "E Zagrebelsky niente?" a commento della morte di Stefano Rodotà.

"Se veramente Salerno ha fatto chiudere La Gabbia, gliene sia reso merito", ha cinguettato. Ma a tentare di gettare acqua sul fuoco delle polemiche è stato, in mattinata, proprio lo stesso neo-direttore di rete: "La7 è una casa accogliente, possono cambiare i programmi, ma nessuno verrà mai mandato via". C'è ancora spazio per Paragone sul canale di Cairo?