Nella notte tra l'1 e il 2 giugno si è diffusa la notizia di spari in un complesso turistico delle Filippine. Le prime informazioni avevano collegato subito l'attacco all'Isis, che nel Paese sta effettivamente portando avanti una campagna di lotta, ma le ultime notizie hanno chiarito che si è trattato di una rapina.

Quali sono le notizie certe?

A Manila, la capitale delle Filippine, il 28 agosto 2009 è stato inaugurato un resort vicino all’aeroporto: il Resorts World Manila. Fu costruito su un vecchio campo militare e al suo interno vennero realizzati quattro hotel, un casinò, cinema, ristoranti, bar, un teatro e un’area per lo shopping.

La notte del 2 giugno, intorno all’1.30 locali, in quel complesso sono stati avvertiti degli spari. Gli ospiti, provenienti da diverse parti del mondo, sono stati svegliati e hanno cercato subito, preoccupati dagli attacchi terroristici che si registrano ultimamente, di lasciare l’edificio. Le prime notizie sono state diffuse dagli account social della struttura stessa, che ha invitato a non essere di intralcio nelle operazioni delle forze dell’ordine e a pregare in un momento così difficile.

Le ultime novità

Il riferimento alle preghiere ha lasciato subito presagire che fosse successo qualcosa di grave. In un primo momento si è diffusa la notizia che l’isis avrebbe rivendicato l’attacco come opera di un suo affiliato: d'altronde, le Filippine negli ultimi tempi hanno dovuto confrontarsi sempre più spesso con il sedicente Stato Islamico.

Ma nel giro di poche ore la polizia ha reso noto che le prime indagini stanno facendo pensare a una rapina al casinò, più che a un attacco terroristico. Il rapinatore avrebbe incendiato alcuni tavoli da gioco e sparato, ma senza colpire nessuno: gli ospiti si sarebbero feriti nella ressa scatenatasi per la paura di un atto terroristico.

Sul posto è intervenuta la squadra speciale, che ha subito posto la struttura in “lockdown” (termine inglese per indicare che nessuno può entrare o uscire da un edificio, che rimane pertanto quasi sigillato), dopo aver fatto evacuare quanti più ospiti possibile. La procedura di lockdown è del tutto normale in una situazione come questa ed era stata eseguita poco tempo fa anche per gli edifici affacciati su Times Square, quando un auto aveva sfondato le transenne ed era salita sul marciapiede.

Anche in quel caso, dopo un primo momento in cui si era temuto un attacco terroristico, era stato però appurato che si trattava di un autista ubriaco.

Le confuse notizie circolate nelle ore subito successive al fatto parlavano di 25 feriti, molti dei quali a causa di un lancio nel vuoto dal secondo piano dell'edificio, dove stavano avvenendo gli spari. Solo a distanza di tempo è stata esclusa la matrice islamica dell'attacco: l'uomo che ha sparato sarebbe un giocatore d'azzardo che, avendo perso molto al gioco, avrebbe deciso di derubare il casinò e appiccare il fuoco ai suoi tavoli. La rivendicazione dell'Isis sarebbe stata solo una mossa di propaganda.

Se questa notizia ha fatto tirare un sospiro di sollievo a molti, che speravano che la vicenda si fosse conclusa senza spargimento di sangue, poco dopo è stato reso noto non solo che il ladro è stato trovato morto al quinto piano della struttura, probabilmente suicida, ma anche che l'incendio da lui causato ha provocato la morte di 36 persone per asfissia, oltre a un numero ancora imprecisato di feriti (pare una cinquantina).

Un bilancio molto peggiore di quello circolato subito dopo l'attacco. A riportare i nomi delle vittime già identificate è proprio la struttura, che parla di 35 morti (13 impiegati e 22 ospiti). La direzione ringrazia anche il servizio di sicurezza e tutte le forze armate che hanno aiutato nella gestione dell'emergenza: l'assalitore sarebbe stato ferito da loro prima di uccidersi.

Cominciano intanto a circolare anche i video della nottata:

L’unità di crisi della Farnesina per ora non segnala italiani tra i coinvolti.