Poteva essere una strage di vaste proporzioni. Erano infatti decina di migliaia i pellegrini riuniti nella Grande Moschea della Mecca, primo luogo di culto dei musulmani, per festeggiare il mese santo del Ramadan. Il kamikaze, che si era asserragliato in una casa nel quartiere di Aiyad al-Masafi a poca distanza dalla Moschea, sentendosi in trappola e senza vie di fuga si è fatto saltare in aria dopo aver sparato sui poliziotti. Undici le persone ferite, 6 fedeli e 5 membri delle forze di sicurezza saudite, a causa del crollo dell’edificio in cui si era barricato il terrorista.
Non si conoscono ancora i dettagli riguardanti lo sventato attentato, ma è probabile che sia opera di estremisti islamici appartenenti all’Isis. L’Arabia Saudita è stata già in passato presa di mira dal Califfato che vuole imporre in senso stretto la legge islamica. Nel maggio dello scorso anno le forze di sicurezza saudite hanno ucciso due combattenti dell’Isis, durante uno scontro a fuoco, e altri due si sono fatti esplodere fuori dalla Mecca.
Una donna tra gli arrestati
È una delle monarchie più chiuse e autarchiche al mondo, che intrattiene rapporti con l’occidente solo dal punto di vista economico-commerciale. L’Arabia Saudita non permette ingerenze esterne sulla sua politica interna, ma nonostante applichi la legge islamica quasi alla lettera, è ugualmente soggetta agli attacchi dei terroristi dell’Isis.
Ciò che appare contraddittorio, in un Paese dove il gentil sesso non può né guidare né votare, è che sia stata arrestata, in quanto ritenuta affiliata al gruppo estremista, anche una donna. Soprattutto risulta incomprensibile che il tentato attacco, contro il luogo più sacro dei musulmani, sia avvenuto proprio durante il culmine dei festeggiamenti del mese santo del Ramadan, che dovrebbe finire domani.
I monarchici sauditi solitamente trascorrono gli ultimi 10 giorni della festa proprio alla Mecca. Anche i reali erano nel mirino dei terroristi? Il ministro dell’interno saudita Mansour al-Turki, in un comunicato stampa rilasciato alla tv di stato, non ha fornito alcuna informazione al riguardo.
Tre le cellule terroristiche
Avevano pianificato l’attacco contro il tempio più sacro ai musulmani durante l’Umra, il pellegrinaggio minore alla Mecca, certi di colpire più persone possibili.
Le forze dell’ordine saudite erano però pronte a sventarlo, in quanto ritenevano imminente un attacco da parte dei militanti del Califfato dell’Isis. Secondo il portavoce del ministero, generale al-Turki, sono almeno tre le cellule terroristiche coinvolte nel piano. Nella mattinata, le forze di sicurezza hanno sparato ad un uomo, uccidendolo, mentre un altro sospetto militante islamista si è nascosto nel quartiere al-Aseelah della Mecca. Ne frattempo una terza cellula è stata annientata nella città di Jeddah nel Mar Rosso, ma il ministro non ha fornito altri dettagli al riguardo. Cinque sospetti militanti, inclusa una donna, sono stati arrestati questa mattina in seguito alle indagini sul tentato atto terroristico.
Il kamikaze, che ha sparato prima contro i poliziotti e poi si è fatto esplodere a pochi passi dalla Grande Moschea, apparteneva alla cellula estremista che aveva come base i quartieri di Jeddah e La Mecca.