Una nuova pronuncia della Cassazione ha condannato a un anno di detenzione un pedone che, attraversando con il rosso le strisce pedonali, aveva causato un incidente che era costato la vita a un motociclista schiantatosi contro un palo di segnaletica. La sentenza n. 32095/2017 ha previsto quindi la pena detentiva per il pedone che, attraverso un suo comportamento considerato imprudente, causa un rischio mortale per altri soggetti coinvolti nella circolazione stradale. Nel caso specifico, la Cassazione ha condannato un pedone che aveva attraversato all'improvviso, causando la morte di un motociclista che aveva cercato di evitarlo, andando a scontrarsi contro un segnale stradale.

L'incidente

La questione giudiziaria in corso era sorta in seguito a un incidente che aveva coinvolto un pedone cinquantenne e un motociclista. Il pedone aveva attraversato la strada con il semaforo rosso, sbucando dietro l'autobus dal quale era sceso. Una motocicletta si era scontrata contro un segnale stradale, per cercare di evitare il pedone, causando la morte del conducente. Secondo la Corte d'appello di Milano, che si era pronunciata nel 2015 sulla questione giudiziaria, il pedone era stato condannato ad un indennizzo di 150 mila euro per concorso colposo in misura del 75% della morte del motociclista.

Il ribaltamento della Cassazione

La Cassazione si è pronunciata adesso in merito alla vicenda giudiziaria, condannando il pedone ad un anno di reclusione per omicidio colposo.

Si tratta di un irrigidimento della precedente pronuncia dovuto ad accertamenti effettuati in merito alle condizioni di visibilità e di frenata del motociclista in quella determinata situazione. Infatti in questo specifico caso "tenuto conto dell'assenza delle tracce di frenata, della presenza di un mezzo di grosse dimensioni, e della rapidità con cui è avvenuto l'investimento" non si è potuto ritenere che il motociclista avrebbe potuto arrestarsi in tempo per far passare il pedone.

Inoltre la Cassazione ha ritenuto che il comportamento del motociclista fosse giustificato dal legittimo affidamento sul rispetto delle norme di circolazione da parte degli altri utenti della strada. In questo caso, il comportamento imprudente del pedone, che ha attraversato con il semaforo rosso ha causato la morte del motociclista, Perciò la Cassazione ha ritenuto che in un caso di tale genere il pedone non fosse da ritenersi come "utente debole" della circolazione stradale, ma come autore di omicidio colposo ai danni del motociclista.