La sentenza è arrivata alle 00.29: ergastolo confermato per Massimo Bossetti. La decisione è arrivata dopo una lunghissima camera di consiglio. Per i magistrati e per la giuria popolare il carpentiere è il responsabile del delitto di Brembate. La lunga attesa aveva fatto pensare ad un clamoroso ribaltone, ma alla fine il collegio ha confermato in toto il verdetto di primo grado tra le lacrime del quarantaseienne e della moglie. Nel corso dell'ultima udienza, l'operaio si era 'aggrappato' alla sua verità ed al suo desiderio di dimostrare di essere estraneo ad un terribile delitto.
Massimo Bossetti ha confidato fino alla fine che la corte accogliesse l’istanza presentata dai suoi legali ed accordasse la ripetizione della prova del Dna. Quelle tracce ematiche ritrovate sui calzini di Yara Gambirasio rappresentano la prova cardine dell’intero impianto accusatorio nei confronti del muratore di Mapello. In occasione dell’ultima udienza, Bossetti ha inoltre chiesto di rilasciare dichiarazioni spontanee. Prima di soffermarsi sulla vicenda personale, il 46enne ha voluto rivolgere un pensiero a Yara. L’uomo ha rimarcato che quella ragazzina di tredici anni poteva essere sua figlia e che neanche un animale avrebbe compiuto un gesto così crudele. Successivamente il ‘Favola’ ha chiesto scusa ai giudici della Corte d’Assise d’Appello del Tribunale di Brescia per le espressioni utilizzate nel corso della prima udienza.
Ergastolo confermato per il muratore
L’operaio ha spiegato che la sua reazione è la diretta conseguenza della rabbia accumulata, per essere finito nel mirino della giustizia con ipotesi ‘fantasiose e irreali’. Il bergamasco ha riferito di essere stato vittima del più grande errore giudiziario della storia. 'Hanno scomodato un esercito per arrestarmi davanti ai miei figli’.
Massimo Bossetti non ha nascosto di essersi sentito umiliato per quanto accaduto in occasione del blitz delle forze dell’ordine. ‘Mi sono sentito come una lepre davanti ai cacciatori’. Il muratore è un fiume in piena e ripete con determinazione di non essere l’assassino della ragazzina di Brembate. Con un pizzico di emozione, Bossetti fa riferimento ai suoi figli ed alle ripetute domande che gli rivolgono durante le visite in carcere.
‘Mi chiedono sempre quando torno a casa e se c’è un’altra porta per uscire’.
'Fate giustizia per Yara Gambirasio'
L’operaio è tornato sulla richiesta del contraddittorio sul Dna. ‘E’ l’unica cosa che ho chiesto in questi anni’. L’imputato non riesce a comprendere i motivi dei continui dinieghi. ‘E’ possibile far marcire in carcere un innocente senza concedere quest’ultima opportunità?’ Prima di concludere il suo intervento Bossetti ha inviato la corte a fare giustizia anche per Yara. ‘Il suo vero assassino è ancora libero e sta ridendo di me’. Al termine dell’udienza è iniziata la lunga attesa per il muratore di Mapello e per la famiglia Gambirasio. In primo grado il quarantaseienne era stato condannato all’ergastolo, l'appello ha confermato la sentenza.