È stato rimandato lo stop delle macchine per Charlie, il bambino di 10 mesi che lotta contro una rara malattia genetica, per la quale non ci sono cure. I medici hanno deciso di rinviare il momento in cui le macchine che lo tengono in vita saranno staccate. I genitori del piccolo Charlie hanno chiarito di aver parlato con l'ospedale e di aver ottenuto la possibilità di trascorrere ancora un po' di tempo con il bambino. Dalle indiscrezioni che sono emerse, le macchine che tengono in vita Charlie potrebbero essere staccate dopo il fine settimana. La decisione di non tenere più in vita Charlie è arrivata dopo che il tribunale si è pronunciato sulla vicenda, ritenendo che non esistano possibilità di miglioramento per il bambino.
Nemmeno le terapie sperimentali offrirebbero certezze.
La battaglia legale dei genitori di Charlie
In Gran Bretagna i genitori di Charlie hanno intrapreso una dura e complessa battaglia legale per portare avanti la loro causa. Prima si sono rivolti all'Alta Corte, poi alla Corte d'Appello e in seguito alla Corte Suprema. I giudici si sono sempre pronunciati a favore della decisione dei medici, quindi per staccare le macchine e porre fine alle sofferenze del bimbo, per il quale si sono espressi a sfavore di quello che viene definito un "accanimento terapeutico". La Corte Europea dei Diritti Umani, interpellata per ultima, ha deciso di non intervenire nel caso. Da parte propria, la direzione dell'ospedale ha fatto sapere di essere disponibile ad avviare un dialogo con i genitori, anche per intraprendere insieme le future azioni.
Il coinvolgimento dei media
Il caso ha fatto molto discutere e i media si sono occupati di raccontare la vicenda di Charlie. Anche sui social network il fermento su questo fatto è stato notevole. Molti si sono adoperati proprio attraverso il web per raccogliere 1,4 milioni di sterline, che sono stati donati per aiutare la famiglia a sostenere il costosissimo percorso terapeutico sperimentale che la mamma e il papà di Charlie desideravano provare negli negli Stati Uniti.
In realtà questi soldi potrebbero servire a ben poco perché, come sostenuto dall'equipe medica che ha seguito il bambino, la rara malattia genetica da cui è affetto è destinata a non subire miglioramenti. I genitori, però, hanno ringraziato pubblicamente tutti coloro che hanno cercato di aiutare il figlio, pubblicando su Facebook un post accompagnato da foto, in cui si vedono i momenti che hanno trascorso accanto al loro piccolo.
La reazione di Papa Francesco
Sulla vicenda è intervenuto anche Papa Francesco, che ha chiarito, attraverso un tweet, come dal suo punto di vista sarebbe importante difendere la vita umana, soprattutto se ferita dalla malattia. Una prospettiva autorevole, quella del Santo Padre, che ha posto l'accento proprio su quel dolore che Charlie e la sua famiglia vivono in prima persona. Ma la decisione di non staccare la spina al piccolo è solo una proroga temporanea per dare un po' di tempo in più ai genitori per dirgli addio, in vista dell'imminente stop ai macchinari.
Difendere la vita umana, soprattutto quando é ferita dalla malattia, é un impegno d'amore che Dio affida ad ogni uomo.
— Papa Francesco (@Pontifex_it) 30 giugno 2017