È delle ultimissime ore la notizia che i medici hanno concesso più tempo alla famiglia Gard per dire addio al piccolo Charlie. Questione di tempo, quindi, non di mancata attuazione di una sentenza emessa dopo quattro gradi di giudizio che ha confermato il parere dei medici: secondo i quali non c'è speranza di sopravvivenza per il piccolo e bisogna interrompere le terapie, considerate inutili e senza sbocco. Ieri doveva essere il giorno in cui avrebbero staccato la spina che tiene ancora in vita Charlie, ricoverato al Great Ormond Street Hospital, poi hanno deciso di posticipare.
Il video dei genitori
Il commovente video dei genitori diffuso giovedì scorso, dove Connie e Chris chiedevano di poter trascorrere almeno il weekend accanto a Charlie, ha probabilmente convinto i dottori ad aspettare ancora un po'. Alla stampa la madre del piccolo ha dichiarato il parere favorevole dell'ospedale nel dare un po' di tempo in più con Charlie e si è appellata al buonsenso dei giornalisti nel rispetto della privacy familiare, in queste ore così drammatiche.
Una fine solo posticipata
Medici e tribunale hanno quindi sentenziato: seppur posticipata, la fine per Charlie Gard è irreversibile. Alle loro professionalità il dovere di applicare la legge e di verificare il giusto espletamento di una sentenza; alle loro coscienze, forse, l'applicazione zelante della legge in questione lascerà il peso di una vita spezzata.
O forse no. Saranno tante le partigianerie che urleranno alla vittoria, alla civiltà che avanza, alla libertà (di poter anche uccidere, in questo caso). Charlie è affetto da una rarissima malattia degenerativa che, al momento, non è possibile curare. Porre fine ad una vita umana, quindi, diventa l'alternativa più valida che la classe medica riesce a concretizzare.
A cosa serve, infine, la ricerca, la sperimentazione se la scienza non ha il tempo di aspettare i frutti della sua indispensabile evoluzione? Eliminare chi non è "guaribile" nell'immediato, chi non ha speranza di "normalità" è l'aberrazione di una metodologia riferibile a certe ideologie distruttive del secolo scorso.
L'appello del Papa
In Italia si sono levate diverse voci, a partire dalla classe politica, dal PD al M5S, fino all'accorato appello di Papa Francesco che ha dichiarato che la difesa della vita, soprattutto quando essa è ferita dalla malattia, rappresenta un impegno, un dono che Dio affida agli uomini.