Sembra terminare un altro brutto capitolo che pone il nostro paese in risalto non certo per le sue eccellenze. Dopo quasi due anni, con centinaia di udienze e migliaia di carte, va a sentenza il processo che ha segnato la vita politica della capitale nell'ultimo periodo. La decima sezione penale di Roma, ha oggi letto la sentenza del lungo processo su Mafia Capitale che vedeva fra gli imputati principali l'ex Nar Massimo Carminati, il ras delle cooperative Salvatore Buzzi e Luca Odevaine ex responsabile al tavolo per i migranti. Presenti le Tv e i giornali di mezza Europa per ascoltare il responso di uno dei processi che più ha fatto parlare l'opinione pubblica.

Mafia Capitale

Questo il nome che è stato attribuito a questa organizzazione criminale di stampo mafioso, insediata a Roma ma in rapporto anche con le grandi organizzazioni criminali storiche (mafia siciliana, camorra, 'ndrangheta), dedita a estorsione, usura, riciclaggio e impegnata ad acquisire, attraverso corruzione, intimidazioni e violenza, la gestione e il controllo diretti o indiretti di appalti, concessioni, autorizzazioni e servizi pubblici. Cuore dell'inchiesta la presunta associazione a delinquere di stampo mafioso, contestata ad oltre quindici persone. Secondo l'impianto accusatorio i vertici del gruppo potevano contare su tutta una serie di favori e benestare di una schiera di politici, sia di destra che di sinistra.

Il primo capitolo si conclude

Il presidente della corte Rosanna Ianniello dopo aver ringraziato il personale amministrativo e tecnico del tribunale ha iniziato la lettura della lunga sentenza che vedeva imputati 46 persone per estorsione, riciclaggio, corruzione e turbativa d'asta. Le pene nonostante si siano alleggerite hanno mantenuto toni importanti sopratutto per Carminati al quale sono stati inflitti 20 anni di reclusione e per Salvatore Buzzi con 19 anni.

Sono stati inoltre inflitti 6 anni e 6 mesi a Luca Odevaine, 10 anni all'ex Ad di Ama Franco Panzironi e 10 a Riccardo Brugia ex braccio destro di Carminati. L'aula bunker di Rebibbia è stata invasa da giornalisti e telecamere Italiani, inglesi, tedesche e polacche, fra le personalità presenti c'era anche il sindaco di Roma Virginia Raggi in qualità di parte civile assunta dal comune nel processo.

Siamo solo all'inizio

Nonostante il lavoro svolto dagli inquirenti e dalla magistratura sia stato imponente e abbia dato risultati soddisfacenti, nonostante via siano già folle di persone che esultano al successo, ancora la strada per la definitiva conclusione del processo è lunga. Infatti la sentenza emessa oggi è stata solo quella di prima grado il che prevede ancora una quantità di udienze future, di documentazione prodotta e di bagarre mediatica enorme.