Duro scontro durante la mattinata odierna, 19 luglio 2017, in Senato: Stefano Esposito (Partito Democratico) non ammette che ad avere l'ultima parola sulla proposta dell'emendamento sui vaccini obbligatori, siano le case farmaceutiche. Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ritiene infatti poco fruttuosa la produzione, per le case farmaceutiche, di dosi monocomponenti per i vaccini che si vorrebbero rendere obbligatori.

Lo scontro

Nell'emendamento in discussione compaiono due precisi passaggi ove si indica, come alternativa alla vaccinazione di massa, l'introduzione di dosi monocomponenti che servirebbero a garantire la copertura vaccinale senza inoculare indistintamente anche i vaccini contro malattie per le quali si è già immunizzati.

Questo l' estratto: "All'articolo1, comma 2, è aggiunto il seguente periodo: Conseguentemente il soggetto immunizzato adempie all'obbligo vaccinale di cui al presente articolo, di norma, con vaccini in formulazione monocomponente o combinata in cui sia assente l'antigene della malattia infettiva per la quale sussiste immunizzazione"

Durante il dibattito, nonostante la contrarietà del ministro della Salute, Esposito dichiara: " Io sono un genitore "Si vax", nel senso che ho fatto ai miei figli tutte le vaccinazioni che questo decreto rende obbligatorie e altre. Non ho partecipato al surreale dibattito con argomentazioni complottistiche, ma sulla questione della possibilità che siano resi disponibili vaccini monocomponete non accetterò mai che questa scelta venga delegata alle case farmaceutiche...".

Al moto di stizza del ministro Beatrice Lorenzin, il democratico Esposito rincara "Caro ministro, lei deve portare il rispetto dovuto. Noi siamo il Parlamento della Repubblica e sono le case farmaceutiche a doversi adeguare alle leggi che facciamo non viceversa".

Auto-goal del ministro Lorenzin?

Il decreto fortemente voluto dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin sta letteralmente incendiano l'opinione pubblica italiana, e non, da mesi.

Ricordiamo che originariamente il decreto prevedeva pene severe, sia pecuniarie che legali, rivolte ai genitori inadempienti, come multe pari a 7.500 euro e il sollevamento dalla patria podestà.

Nell'emendamento presentato successivamente dalla relatrice del Pd, Patrizia Manassero, si volle abbassare il tetto massimo della pena pecuniaria portandola a 3.500 euro.

Rigettare la possibilità di mettere in discussione la patria podestà e, soprattutto, portare la lista dei vaccini obbligatori da 12 a 10, rendendo l'antimeningococco B e C solo consigliati.

Se questo primo emendamento proposto dalla relatrice Manassero dovesse intendersi come "mediazione" non è dato sapere, quel che è certo è che i cittadini italiani aderenti ai gruppi Free Vax, non hanno sospeso mai la loro protesta, incrementando manifestazioni e cortei in tutta Italia, organizzandosi in gruppi compatti come Corvelva, I sentieri di Nicola, Comilva e altri ancora. Coesi nel loro messaggio teso a fermare quello che ritengono essere un decreto liberticida, restrittivo, ingiustificabile nella sostanza e ancor più nella forma, se possibile.