L'obbligatorietà della profilassi vaccinale in Italia comincia con l'accordo preso dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin ancora al centro di implacabili polemiche, il professor Sergio Pecorelli, allora Presidente dell'AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) e i 40 Paesi presenti al summit tenutosi a Washington cui intervenne anche l'allora Presidente degli Stati Uniti d'America Barack Obama. Obiettivo: l'Italia deve assumersi il ruolo di capofila per la strategia vaccinale a livello mondiale.
Il professor Pecorelli, nelle sua dichiarazione, affermò trattarsi di un importante riconoscimento scientifico e culturale nei confronti del nostro Paese, contestualizzando l'incarico in un periodo storico in cui crescono le ostilità nei confronti dei vaccini; per questa ragione è fondamentale, sostenne ancora il professore, intensificare la campagna vaccinale coinvolgendo tutti le parti in causa.
A sostegno di quanto affermò il professor Sergio Pecorelli in qualità di Presidente dell'AIFA arrivano le affermazioni a sua volta espresse in merito dal ministro della Salute Lorenzin: 'Sul tema della salute dobbiamo rafforzare la cooperazione internazionale. Il tema dei vaccini sarà una delle priorità durante il semestre italiano di Presidenza Europea. Il nostro Paese si trova al centro dell'area mediterranea e le molte crisi internazionali hanno portato a nuovi imponenti flussi migratori. È necessario rafforzare i controlli nei confronti di malattie endemiche riemergenti come polio, tubercolosi, meningite o morbillo. Se vogliamo evitare il collasso dei Sistemi Sanitari del Vecchio Continente dobbiamo rafforzare i processi di vaccinazione verso tutte le persone che vivono in Europa'.
'L'Italia guiderà nei prossimi 5 anni la strategia delle vaccinazioni'
Questo è l'impegno preso dal ministro Lorenzin e dal presidente dell'AIFA a Washington: 5 anni di tempo a partire dal 2014, per rendere l'Italia il primo Paese al mondo ove si vaccina in modo massivo e obbligatorio, un apripista nella strategia dichiarata necessaria a causa del flusso migratorio e dei rischi a questo connessi.
Questa è la motivazione a monte di una vaccinazione a tappeto comprendente 12 inoculazioni nel primo anno di vita di un essere umano, sebbene ora sul tavolo della trattativa ci sia la possibilità di scendere a 10 vaccinazioni obbligatorie estromettendo e rendendo nuovamente solo consigliate, per adesso, le vaccinazioni contro la meniginte B e C.
Per raggiungere lo scopo prefissato e concordato con ben 40 Paesi al suddetto summit il ministro Lorenzin dispone multe o, nei casi di maggior reticenza, la sospensione della patria podestà ai genitori, passando anche attraverso la via della radiazione dall'abo dei medici per quei professionisti che appoggiano o, per meglio dire, non demonizzano i timori genitoriali legati alle vaccinazione.
Forse è corretto asserire che non si tratta di malafede in tutti quei genitori reticenti, nè di becera ignoranza come troppo spesso, purtroppo, viene bollato quello che risulta essere solo timore per il proprio figlio; d'altro canto i casi di reazioni avverse, a volte addirittura gravi, esistono e vengono risconsciuti e risarciti o indennizzati.
Il dottor Franco Berrino propone un equilibrio
Franco Berrino epidemiologo e membro dell'Istituto Nazionale dei Tumori, autore di numerose pubblicazioni sulla correlazione fra malattie oncologiche e stili di vita, si esprime con severità contro i cosiddetti 'Free vax', ma, al contempo, non abbraccia totalmente la strategia vaccinale imposta.
Nel suo discorso Berrino fa un primo riferimento alle tecniche di lavaggio del cervello, affinate particolarmente negli interrogatori, spiegando il parallelo che vede con le imposizioni del decreto sui vaccini; definisce gravissime le minacce rivolte ai genitori e si interroga su quale sia la base scientifica a supporto della vaccinazione massiva.
'Mancano studi affidabili sulle complicazioni'
Ancora sostiene il dottor Berrino precisando: '...fino ad oggi, a quanto mi risulta, mancano studi affidabili sulla frequenza delle complicazioni. Il sistema di segnalazione degli effetti collaterali del vaccino è obsoleto e inaffidabile. Il recente rapporto dell'AIFA non dà alcuna informazione utile a comprendere la dimensione del problema'.
L'epidemiologo si esprime molto chiaramente sulla questione evidenziandone il nocciolo: non esistono studi scientifici che provino gli effetti collaterali delle vaccinazione e non esistono, allo stesso modo, studi scientifici adeguati in grado di smentirli. Ne trae una conclusione precisa sostenendo che 'i dati attualmente in nostro possesso non giustificano il decreto legge varato dal governo'. Naturalmente la sua opinione, in quanto medico, si riferisce al settore sanitario: per quanto concerne invece gli accordi presi a Washington, le motivazioni politiche sussistono, come abbiamo visto.