Da una parte un bandito, un pericoloso latitante che si è come "volatilazzato" facendosi beffe di un enorme dispiegamento di forze dell'ordine. Dall'altra, una comunità che non vuole arrendersi, rifiuta l'idea di gettare la spugna. Ricordate Igor il russo? E' il serial killer che a Riccardina di Budrio (Bologna) il 1 aprile ha freddato il barista Davide Fabbri e poi l'8 dello stesso mese ha ucciso la guardia volontaria Valerio Verri a Porto Maggiore, che da 4 mesi ha fatto perdere le sue tracce. Se le forze speciali hanno smesso di cercarlo, la comunità locale non molla.

Ora c'è una taglia sulla sua testa.

La taglia sulla testa di Norbert Feher

Una ricompensa al primo che darà indicazioni utili alla cattura di Igor il russo. Ad avere l'idea ed avviare l'iniziativa rivolgendosi a un legale, è stato il "comitato degli amici di Davide Fabbri", il barista di Budrio che la sera del 1 aprile fu ucciso nel suo locale a colpi di pistola da Norbert Feher, alias Igor Vaclavic, durante un tentativo di rapina. Da quel momento, partì una caccia all'uomo con uno schieramento di forze dell'ordine senza precedenti tra le campagne tra Bologna e Ferrara che però non ha dato risultati. Dopo 4 mesi, il costituito "comitato degli amici di Davide Fabbri", si è mobilitato e da oggi, tempo tre mesi, promette una compenso di di 50 mila euro a chi fornirà indicazioni utili e risolutive per la cattura dell'assassino.

La cifra sarebbe dimezzata nel caso in cui qualcuno potrebbe ritrovare il cadavere del killer. L'iniziativa è stata formalizzata con tanto di lettera dell'avvocato della famiglia del barista ucciso, Giorgio Bacchelli, pubblicata anche su Facebook.

Iniziativa legittima, d'ausilio alle indagini

In effetti la taglia che corrisponde un po' al "wanted" americano, è un'iniziativa poco frequente ma che in casi come questi ha la sua ragione d'essere, oltre ad essere pienamente lecita.

Il legale della famiglia Fabbri, Giorgio Bacchelli, ne ha parlato con la procura della Repubblica di Bologna e con il procuratore generale Amato, avendo parere favorevole. Si tratta di un'iniziativa che si affianca alle attività in corso da parte degli organi di polizia. Come spiegato dall'avvocato, può essere presa da chiunque, in qualunque tipo di procedimento penale, è legittima e prevista dal codice civile in forma di "promessa al pubblico".

La scadenza della taglia offerta da amici e familiari del barista ucciso è fissata al 22 ottobre 2017, o prima, se nel frattempo il latitante dovesse essere trovato "dalle forze dell'ordine o da altri.

Il mancato arresto di Igor

In principio sembrava che fosse solo questione di ore. Dopo i due omicidi del 1 e dell'8 aprile, a dare la caccia ad Igor è stato un enorme dispiegamento di forze. Si disse che gli inquirenti erano a un passo dal catturarlo. Nel frattempo, i giorni si sono susseguiti, le settimane sono diventate mesi. Nella cosiddetta "zona rossa" tra le campagne di Bologna e Ferrara, in un'area di quaranta chilometri quadrati tra fitta boscaglia e corsi d'acqua, c'erano 800 uomini tra carabinieri, polizia, teste di cuoio, reparti speciali dei cacciatori di Calabria e di Sardegna, con visori termici a infrarossi e cani molecolari.

Finché ora, dopo 4 mesi, l'inchiesta, da prerogativa dei reparti speciali è diventata, su disposizione del Viminale, di competenza dei reparti investigativi. Un lavoro, insomma, non più sul campo, ma di intelligence, a tavolino. Igor però è come svanito nel nulla, dissolto. Ma anche da fantasma non smette di inquietare.