Accolto come una rockstar. Davanti ad una folla adorante, Donald Trump ha attaccato a 360 gradi, senza alcun freno. Obiettivo la Corea del Nord, le cui azioni avranno 'gravi conseguenze'. Ma il presidente degli Stati Uniti ha sparato a zero anche contro la Russia. Tutto questo in Polonia, alla vigilia del G20 di Amburgo dove si terrà il primo incontro tra il principale inquilino della Casa Bianca ed il presidente russo Vladimir Putin. Un faccia a faccia che si preannuncia, fin d'ora, ad alta tensione.

Polonia, una visita 'tattica'

La visita di Trump a Varsavia non è affatto casuale.

Dopo il crollo del comunismo, con il trascorrere degli anni la Polonia è diventata un Paese 'nazionalconservatore' e, insieme all'Ungheria, è una delle nazioni dell'est europeo governata da una destra di contenuti sfacciatamente xenofobi e populisti. Pane caldo e croccante per i denti del presidente americano, considerato che si tratta di uno Stato membro di Unione Europea e NATO. Più che altro, alla vigilia dell'atteso confronto con Putin, Washington mette in chiaro le cose e smonta definitivamente coloro i quali (ormai ben pochi) sognano ancora un idillio con il Cremlino. "La Russia ha un comportamento destabilizzante - dice Trump, applaudito dalla platea polacca - e noi sapremo rispondere".

Oltretutto, il presidente americano ha accennato al Russiagate. "Come altri Paesi, anche la Russia è ben probabile che abbia cercato di interferire nelle nostre elezioni". Dichiarazione che ha poco senso se teniamo conto che il nodo di tutta la questione sono proprio i favori del Cremlino nei riguardi di Trump. Ma alla luce dell'attuale tensione tra le due superpotenze che non si è affatto stemperata da quando la nuova amministrazione si è insediata alla Casa Bianca (al contrario si è aggravata), ci si chiede se davvero Mosca possa aver pensato di agire a vantaggio di un futuro 'nemico' ben peggiore dei suoi predecessori dell'epoca post-guerra fredda.

Corea del Nord 'infame e pericolosa''

The Donald' ha aperto anche il capitolo Corea. Le nuove sanzioni che gli Stati Uniti hanno proposto per contrastare la politica aggressiva di Pyongyang sono state oggetto di un duro scontro con i rappresentanti diplomatici russi all'ONU. Russia e Cina sono per la 'soluzione diplomatica'; Washington avrebbe intenzione di agire in altro modo ben più duro, a partire dall'aggravamento delle sanzioni.

Così Trump minaccia Kim Jong-un definendo il suo Paese "infame e pericoloso" e sottolineando "gravi conseguenze che Pyongyang dovrà affrontare", senza specificare quali. Gli States non hanno mai escluso l'opzione militare, osteggiata da Mosca e Pechino, ma anche dagli altri Paesi dell'area interessata. Le consueguenze, legate ad una possibile escalation nella quale non viene escluso il ricorso alle armi nucleari, sarebbero disastrose. C'è chi pensa che potrebbe trattarsi del primo passo verso la terza guerra mondiale.

La risposta di Mosca

Il Cremlino intanto continua a tenere un atteggiamento altamente diplomatico. Tramite il suo portavoce, Dmitry Peskov, Vladimir Putin fa sapere di essere in disaccordo su un simile approccio da parte di Trump.

Peskov ha immediatamente convocato una conferenza stampa. "Siamo dispiaciuti per la mancanza di comprensione con gli Stati Uniti, ma aspettiamo la prima riunione tra i due presidenti, certi che saranno in grado di scambiare i loro pensieri sui temi attuali. In quella circostanza capiremo il vero approccio sulle relazioni bilaterali che non è certo quello trasmesso dai media". Mosca pertanto mette le mani avanti, perplessa dalle pirotecniche evoluzioni di Trump dinanzi a 5.000 fans polacchi. Ma, soprattutto, preoccupata per le 'grandi manovre' a pochi passi dal proprio confine occidentale, se consideriamo che nell'ambito della visita del presidente americano a Varsavia è stato chiuso l'accordo per la consegna al governo polacco dei sistemi antimissile Patriot. Nel recente passato, Varsavia ha più volte manifestato la propria proeccupazione per "la minaccia russa che pende sulla Polonia e sui Paesi Baltici".