Una modella inglese che si trovava a Milano per realizzare un servizio fotografico è stata drogata con della ketamina e segregata dall'11 al 17 luglio, mentre nel frattempo i suoi rapitori l'avrebbero messa in vendita sul cosiddetto "deep web" per la cifra di 300mila dollari pagabili in Bitcoin. La stessa richiesta di denaro sarebbe stata avanzata anche all'agente che cura i contratti lavorativi della modella. Quando la ragazza ha perso i sensi, dopo la somministrazione della droga, è stata infilata in un grosso borsone e trasportata all'interno di una baita di montagna a Lemie (TO) dove è stata trattenuta fino al momento della liberazione, avvenuta spontaneamente da parte dei rapitori.

Il rilascio della ragazza

Il sequestratore, Lukasz Herba, cittadino inglese di origine polacca, quando ha appreso che la ragazza aveva un figlio ha deciso di rilasciarla. L'ha accompagnata presso il consolato inglese della capitale lombarda e prima di lasciarla andare le ha detto che la stava liberando "perché madre di un bambino di due anni", sostenendo che le regole dell'organizzazione di cui fa parte escludono le madri. Le ha chiesto inoltre di reperire e consegnargli 50mila dollari e di non parlare altrimenti sarebbe stata uccisa.

Chi ha diretto il rapimento

Secondo la DDA il sequestro della ragazza sarebbe stato orchestrato da un gruppo chiamato Black Death, un'organizzazione criminale che opera nel cosiddetto "deep web", la cui operatività - che resta da confermare - sarebbe stata verificata dall'Europol.

Tuttavia gli inquirenti faticano a trovare una corrispondenza, nonostante numerose testate vi facciano riferimento. L'esecutore materiale del sequestro avrebbe agito su commissione di un non meglio specificato gruppo di rumeni di Birmingham, e avrebbe ammesso alla Procura di essere stato con la modella nei giorni del rapimento.

La testimonianza della ragazza

La modella ha raccontato di essere stata rapita da due persone: una che indossava dei guanti neri e che le ha stretto una mano sul collo e un'altra con il volto coperto da passamontagna che le avrebbe fatto un'iniezione sul braccio. Dopodiché ha perso conoscenza e quando si è risvegliata si trovava all'interno di un sacco nel baule di un'auto, legata ai polsi e alle caviglie e con del nastro adesivo sulla bocca per impedirle di gridare.

L'organizzazione Black Death

Nonostante l'esistenza del sodalizio criminale sia ancora da confermare, in rete sono presenti articoli che parlano del gruppo già dal 2015, dipingendo Black Death come un'organizzazione pronta a fare business su qualsiasi fronte, dal traffico di armi a quello di persone passando per droga, omicidi, nuove identità. Le prime tracce del gruppo sul deep web risalgono addirittura al 2010.

Le aste di ragazze nel deep web

Sul deep web già da diversi anni sono state rilevate aste di ragazze sequestrate poste in vendita, con tanto di fotografie e descrizioni, con richieste economiche a partire da 150mila dollari. Fotografie di qualità professionale prive di metadati e non presenti sulla piattaforma Google immagini.

In passato il gruppo avrebbe permesso ai potenziali clienti di partecipare alle aste di ragazze guardandole in collegamento video, ma per partecipare al live stream venivano richieste somme di denaro, e secondo l'UK Human Trafficking Centre si sarebbe trattato di una finzione volta a rubare i soldi versati dagli interessati.

La situazione è controversa, i punti da chiarire sono numerosi e districare la matassa per gli inquirenti non si preannuncia affatto semplice.