Monica Thompson da pochi giorni ha coronato uno dei sogni più belli nella vita di una donna: diventare mamma. Ha portato perfettamente a termine la Gravidanza all'ospedale Adventist Medical Center di Portland. Da lì a poco però si è verificata la tragedia che si sarebbe potuta evitare se le infermiere e li personale sanitario dell'ospedale avessero prestato maggiore attenzione. Ma andiamo a ripercorrere questa vicenda che purtroppo ha avuto un epilogo tragico.
La tragedia dopo la gravidanza
Dopo la gravidanza la neomamma è stata ricoverata alcuni giorni per recuperare tutte le energie.
Il personale sanitario le ha consentito di avere il bambino accanto anche di notte, in modo che la donna potesse allattarlo anche durante le ore notturne. I trattamenti farmacologici a cui viene sottoposta dopo il parto, però non le hanno consentito di essere molto vigile, per cui è accaduto che dopo aver allattato il suo bambino si sia addormentata. Così inavvertitamente ha soffocato il neonato nel sonno. Al suo risveglio il piccolo non ha dato più alcun segno di vita. Monica quindi ha chiamato un'infermiera, intanto ha provato a svegliarlo toccandogli gli occhi e parlandogli. Nessuna infermiera però è accorsa in suo aiuto, così la donna si è precipitata in corridoio per attirare l'attenzione di un'infermiera, che ha allertato i medici.
I sanitari constatando che il piccolo non respirava più, hanno deciso di trasferirlo in un ospedale più attrezzato per il trattamento di questi casi, nel reparto neonatale della struttura sanitaria Randall Children's Hospital. Tuttavia il neonato a causa dei gravi danni subiti è tenuto in vita solo dai macchinari. I medici dopo 6 giorni hanno ritenuto il coma irreversibile.
I genitori hanno chiesto di attendere un altro po', sperando invano che potesse avvenire il miracolo. Il bambino non riaprirà più i suoi occhi. Trascorrono ancora dieci giorni, al termine dei quali i medici hanno deciso di staccare la spina.
La madre denuncia l'ospedale
Intanto la madre ha deciso di sporgere denuncia contro l'Adventist Medical Center perché, se le infermiere avessero svolto correttamente il loro lavoro, questa tragedia non si sarebbe mai verificata.
Al momento pare che non vi sia stata alcuna risposta da parte della struttura sanitaria, anche se in effetti, almeno stando a quanto ha raccontato la donna, pare che sussistano pochi dubbi in merito alle responsabilità dell'ospedale. Secondo la sua accusa, quando si è accorta, ancora stordita dal farmaci, che il bambino non respirava, immediatamente ha chiamato un'infermiera, ma non ricevendo alcuna risposta, è corsa nel corridoio per cercare l'aiuto di qualcuno.