Il tribunale di Roma si è riunito il 20 luglio per il processo a Mafia Capitale, l'organizzazione romana a delinquere prettamente di stampo mafioso che controllava appalti, imprese ed il commercio di migranti. Nonostante questo la sentenza è chiara: «Niente mafia all'interno di Mafia Capitale, ma solo due associazioni a scopo criminoso - queste le parole del Presidente del Palazzo di Giustizia, Rosanna Ianniello - A far parte di entrambe l'esponente dei Nuclei Armati Rivoluzionari, Massimo Carminati». Per quest'ultimo 20 anni di carcere.

Le condanne

Altrettanto pesante la condanna ricevuta al socio Salvatore Buzzi, precisamente 19 gli anni associati al fondatore della cooperativa '29 giugno'. Cooperativa per la quale era già stato arrestato nel 2014 (sempre assieme al "collega" Carminati) per essersi impossessato di ingenti quantità di denaro a suo beneficio. Con loro sono stati puniti anche Riccardo Brugia, alter ego di Carminati, anch'egli parte dei Nar, che ha ottenuto 11 anni per aver custodito armi e per aver seminato terrore e violenza in tutta "la città eterna". 10, invece, per l'ex amministratore delegato di Ama (azienda che gestisce la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti della capitale), Franco Panzironi. Non sono da meno le sanzioni di Mirko Coratti e Luca Odevaine.

Il primo, ex presidente pd dell'assemblea Capitolina è stato condannato a 6 anni di reclusione per aver favorito gli illeciti affari di Buzzi ed il suo "entourage". 6 anni e 6 mesi al secondo, nonchè presidente della Fondazione IntegraAzione, volta a promuovere i diritti dei migranti. Peccato che, però, da quanto si legge, Odevaine avrebbe ricevuto denaro in cambio di trasferimenti di stranieri, incassando cospicue mazzette, trasferite direttamente sui conti dei familiari.

Ultimo ma non per rilevanza: Andrea Tassone, ex minisindaco del municipio di Ostia, accusato di infiltrazione mafiose e per questo condannato a 5 anni. Soddisfatti del decreto gli avvocati degli imputati.

Le reazioni

"I nostri clienti sono stati puniti per delitti comuni - commentano in coro Giosué Naso (rispettivamente legale di Carminati) e Alessandro Diddi (difensore di Buzzi) - finalmente abbiamo provato che a Roma la mafia non esiste". Meno soddisfatto il Pm Ielo che risponde così: "Rispettiamo la decisione dei giudici anche se hanno sentenziato non si tratti di mafia. Felici, sennonché, delle alte pene conferite".