Cervia. “Vorrei la pelle nera” è una delle canzoni che, nonostante risalga agli anni Sessanta, ancora oggi riscuote grande successo nei luoghi dedicati al ballo. Anche nella Riviera romagnola, dove, però, è accaduto un episodio inquietante e imbarazzante.
L'albergatore disdice il contratto
Paolo, 29enne di Milano nato in Brasile, aveva deciso di lavorare nella stagione estiva in Romagna come cameriere in un albergo. Così, ha mandato con una mail la copia della carta di identità necessaria a perfezionare il contratto di assunzione per il quale c’era già un accordo.
Ma quando aveva quasi pronte le valigie, ha ricevuto sul cellulare un messaggio a dir poco surreale negli anni duemila. Il contenuto sostanzialmente era che l’albergatore di Cervia si scusava, ma non poteva mettere persone di colore in sala perché in Romagna la gente è molto indietro come mentalità. Una motivazione surreale, evidentemente nata solamente dopo aver visto la copia della carta d’identità, soprattutto in Romagna non si sono mai verificati episodi conclamati e gravi di razzismo sul luogo di lavoro e ragazzi di colore lavorano da anni negli stabilimenti balneari e sulle spiagge.
Il caso sarà portato in tribunale
La mamma del ragazzo, Paola, si è arrabbiata molto, tanto che ha deciso di mettere il caso nelle mani della Filcams-Cgil di Ravenna: Paolo aveva già lavorato in Riviera per alcuni anni senza aver alcun problema.
E anche stavolta il contratto era pronto da giugno a settembre prima di quell’incredibile messaggio. Ora la Filcams-Cgil di Ravenna sta preparando una vertenza per accompagnare in tribunale Paolo.
Si scatena un polverone politico
Ovviamente, appena è stata resa pubblica, sulla questione si è scatenato un polverone politico. Il sindaco di Cervia Luca Coffari ha condannato l’episodio sia dal punto di vista discriminatorio sia perché arreca un danno al turismo di un territorio che si è sempre distinto per il calore della sua accoglienza nei confronti di tutti.
E pure la Federalberghi Emilia Romagna si è fatta sentire in tal senso dicendo che l’albergatore si sarebbe attivato per scusarsi. Chissà che razza di clientela ha o pensa di avere per aver compiuto un gesto così grave oltrepassando i limiti della decenza e del razzismo. Ma ormai la stagione turistica è da tempo entrata nel vivo e Paolo, che vive in Italia da quando aveva tre anni, non è al suo posto di lavoro perché “ha la pelle nera”.