Scomparso nella mattinata di domenica 10 settembre 2017 Ibrahim Metwaly, membro della Comunità egiziana che si occupa di sparizioni forzate (Ec-rf) e consulente legale della famiglia Regeni, è stato ritrovato martedì 12 settembre 2017.
La svolta nel caso Metwaly: il ritrovamento e l'arresto
L’uomo avrebbe dovuto recarsi all’Onu, su invito delle Nazioni Unite, per parlare di sparizioni forzate e per presentare il dossier contenente i documenti sul caso Regeni. Bloccato all’aeroporto del Cairo, dove si trovava per imbarcarsi sul volo diretto a Ginevra, è stato arrestato dalle autorità egiziane con l’accusa di cospirazione e di “intrattenere rapporti con dissidenti del regime di Al Sisi”.
La chiusura del sito Ec-rf e i dossier sulle sparizioni forzate in Egitto
Come riportato dal sito Ec-rf, la sparizione di Ibrahim e il suo conseguente arresto non sono stati un caso isolato, in quanto sono arrivati dopo quelli di un altro dei membri fondatori della Comunità: Hanan Badar. L’associazione, la quale cerca di far luce sulle sparizioni sospette, ha esortato le autorità egiziane affinché “rilasciassero Ibrahim Metwaly e Hanan Badar, facendo cadere nei confronti di quest’ultima le spese contro di lei (ndr: come riporta il sito, essendo stata imprigionata a causa del lavoro in difesa dei diritti umani). L'Egitto è un territorio difficile e in pieno regime dittatoriale ed oscurantista; a riprova di ciò il temporaneo oscuramento del sito, non accessibile dal territorio egiziano, in seguito all'arresto del consulente legale.
La campagna di raccolta dati, iniziata nel 2013, ha permesso di fotografare la reale e drammatica situazione in Egitto. Il primo dossier, relativo al triennio 2013-2016, ha segnalato 912 casi di sparizioni di studenti universitari. Seppur diminuiti il secondo dossier, relativo al mese di agosto del biennio 2016-2017, ne ha segnalati 378 di cui: 4 donne, 87 desaparecidos che non hanno lasciato proprie tracce, 182 detenuti in custodia dopo essere apparsi davanti ad un pubblico ministero, 21 rilasciati successivamente su cauzione e 30 rilasciati senza un'indagine formale.
Cinquantasette sarebbero invece i casi di cui ancora oggi poco si sa, a causa della mancata disponibilità di informazioni durante il periodo di documentazione. Ogni campagna è stata realizzata attraverso la raccolta e l'analisi di dati, zone geografiche e categorie di persone. Tra le città con il maggior numero di sparizioni ci sarebbe proprio Il Cairo, con 192, seguita da Giza e Alessandria.
Incontro a Londra tra il Ministro degli Esteri Alfano e l'omologo egiziano Sameh Shoukry
I rapporti tra Italia ed Egitto, interrottisi tre mesi dopo la morte di Giulio Regeni, sono ripresi in occasione dell'incontro tra i Ministri degli Esteri Alfano e Shoukry. Il meeting, avvenuto a Londra giovedì 14 settembre 2017, si è concluso con "l'assunzione da parte di entrambi i ministri di proseguire la cooperazione e il coordinamento per completare le indagini in corso sulla vicenda del giovane dottorando"- come ha reso noto il portavoce del ministro degli esteri del Cairo Ahmed Aboud Zeid, il quale ha poi aggiunto "i ministri hanno discusso della decisione dei Paesi di rinviare gli ambasciatori a Roma e Al Cairo con la speranza che questa mossa possa essere considerata come una riaffermazione delle relazioni storiche e solide che legano i due Paesi".
Al termine dell'incontro, il Ministro alfano ha poi voluto precisare: "Ho voluto rappresentare la nostra volontà di chiedere una collaborazione all'ambasciatore del Regno Unito al Cairo per ottenere insieme la verità. Per questo ci impegneremo affinché venga messa in atto una strategia da fiato sul collo". A distanza di un anno tante sono state le parole dette e gli impegni presi dalla istituzioni, ma nulla di concreto è ancora stato messo in atto. Intanto, mentre il rimpallo di responsabilità tra istituzioni italiane, egiziane e inglesi non accenna ad arrestarsi, la famiglia Regeni continua da sola la sua battaglia sperando un giorno di poter riportare a casa almeno la verità.