La famiglia è il tema della puntata del 6 ottobre di Quarto Grado.E, trattando il caso Durini, si concentra particolarmente sulle figure della madre e del padre di Lucio. Ma tutto comincia con l'osservare ancora le telecamere, che, data la confessione spesso contraddittoria del presunto omicida, al momento sono capi saldi che possono direzionare le indagini.

I ragazzi sembravano tranquilli

Nel servizio di Croci e Lombardi si vedono due figure che si muovono nella notte, Lucio e Noemi. Nelle immagini sgranate della telecamera i due sembrano tranquilli.

Salgono in auto e si accede la lucina interna . Alle 5.09 la macchina parte. A Castigano del Capo, nell'oliveto a pochi Km di distanza Noemi verrà poi trovata morta. Lucio dichiara di aver avuto con Noemi un rapporto sessuale e dopo una lite di averla uccisa. Tutto da solo. Lui dichiara che il luogo dove si è recato con Noemi fosse casuale. Ma le cose stanno così? Davvero il luogo era uno qualsiasi? Nella confessione racconta che prima si erano fermati a Santa Maria di Leuca. La costante nei suoi racconti, cercando di depistare, è che Noemi facesse uso di droga. Nella droga arriva ad indicare un possibile movente, prima di confessare. L'oliveto dove farà ritrovare il cadavere, tra l'altro, è diviso in 14 appezzamenti.

Perché l'ha scelto? Forse voleva allontanare i sospetti lasciando la ragazza inerme su un terreno con molti possibili collegamenti? Possibile che gli agricoltori addetti alla potatura non lo abbiano notato? Le immagini delle telecamere Lucio e Noemi mentre salgono in macchina sono gli unici documenti oggettivi di questa storia e ne fissano la dinamica.

Possono anche far venir fuori le contraddizioni del ragazzo. Le telecamere possono raccontare se Lucio ha fatto da solo o no. Che ruolo ha il padre di Lucio, che prima del ritrovamento del corpo ammise che il figlio gli diceva bugie?

La telecamera davanti all'ingresso secondario

Le telecamere ci aiutano, come quella davanti all'ingresso secondario della casa di Lucio.

Quarto Grado scopre che sotto il pergolato del vicino vi è una telecamera che potrebbe aver ripreso Lucio al suo rientro a casa il 3 Settembre. Si interpellano i vicini stessi, proprietari della telecamera, ed effettivamente si vede bene il garage da dove Lucio sarebbe rientrato con la macchina. Il vicino dice che il 3 settembre la camera funzionava. Questo modello di telecamera sovrascrive i dati ogni tre giorni, ma gli inquirenti hanno sequestrato la memoria, che potrebbe rivelare se davvero Lucio era solo e a che ora è tornato. Qualora si riuscissero a recuperare, le immagini potrebbero anche svelare se il ragazzo indossava la maglietta o era a torso nudo, come da lui dichiarato. A indicare la telecamera fu proprio Biagio, il padre di Lucio.

Il sig. Lucio si presta alle telecamere di Quarto Grado e dice che le responsabilità vanno ricercate nelle amicizie che aveva Noemi. Ribadisce che Noemi stessa è una vittima delle sue amicizie.

La mamma di Lucio

Che ruolo ha la mamma di Lucio? Nel servizio di Valentina Fabris vediamo descrivere meglio la figura della madre di Lucio, Rocchetta Rizzelli. Una madre preoccupata e in ansia, così pare, che definisce il figlio schiavo del rapporto con Noemi. Una madre attenta che però non si preoccupa del fatto che a mancare dal guardaroba sia proprio la maglia che pare Lucio indossasse il giorno del delitto. Ha sempre accompagnato Lucio agli interrogatori. Non era invece presente quando lui confessò.

Gli inquirenti stessi hanno notato un cambio di atteggiamento. Senza la madre piange, è meno strafottente e spavaldo. La donna, comunque, è convinta che il figlio la abbia uccisa per difenderli, perché Noemi voleva, a detta sua, assassinare lei e il marito. I sospetti verso la donna sono nati anche per l'astio feroce verso Noemi, nei confronti della quale, anche una volta saputo della sua morte, non sono state spese parole di pietà.

Sempre in tema di famiglia Remo Croci riporta una lettera scritta questa volta dalla mamma di Noemi, la signora Irma, dove la donna si aggrappa alla fede e respinge ogni forma di odio e di rabbia. Ma ci tiene a specificare che Noemi era una 16enne come tutte le ragazzine della sua età. "Noemi è la vittima, solo la vittima. Nessuno ha il diritto di infangare la sua memoria. Manterrò la promessa e le farò giustizia"