Un’ora prima della prevista apertura dei seggi in catalogna per il referendum sull’autonomia, la Generalitat catalana, per aggirare il divieto posto dal governo spagnolo e la chiusura forzata di molti seggi, ha lanciato il “censo universal”: in pratica, agli elettori è consentito recarsi per votare in un qualsiasi seggio, non solo in quello di appartenenza, portandosi schede stampate a casa tramite personal computer e da utilizzare nel seggio dopo averle fatte vidimare.

Lunghe code davanti ai seggi, i Mossos non intervegono

All’appello al voto, dopo le manifestazioni dei giorni scorsi, hanno risposto migliaia di persone: molti si sono accampati per l’intera notte davanti ai seggi non solo in attesa del voto ma anche a tutela della possibilità di votare.

Il governo di Madrid, dopo aver vietato lo svolgimento del referendum, ha inviato in Catalogna la Guardia Civil a sostegno della polizia nazionale per sgomberare i seggi. La polizia catalana, i Mossos d’Esquadra, non sta infatti rispettando l’ordine ricevuto dal governo centrale: non sequestra il materiale elettorale, si limita a contare le persone presenti e ad effettuare controlli sulla sicurezza; in alcuni casi gli agenti catalani si sono allontanati tra gli applausi dei presenti.

Intorno alle 11.00 di questa mattina, due ore dopo l’ora prevista per l’inizio delle votazioni, si registrano lunghe code e assembramenti davanti ai seggi. Secondo il portavoce del governo catalano, Jordi Turull, il 73% dei seggi risulta aperto e funzionante.

Turull ha poi aggiunto una simile violenza da parte dello Stato non si vedeva dai tempi del generale Franco, il dittatore al potere in Spagna dal 1939 al 1975.

Diversi incidenti: circa 40 feriti, sparati proiettili di gomma

Si sono verificati diversi incidenti, in particolare a Barcellona nel seggio dove doveva votare il “president” della Catalogna, Carles Puigdemont: la Guardia Civil ha fatto irruzione sfondando le porte e ha portato via urne e schede, mentre i presenti cantavano Els Segadors, inno nazionale catalano.

Puigdemont ha “aggirato” l’irruzione votando in un altro seggio a Girona.

Secondo quando riportato da media locali e da diversi Tweet, si registrano circa 40 feriti: la Guardia Civil avrebbe fatto addirittura ricorso ai proiettili di gomma. Il prefetto di Barcellona, Enric Millo, ha dichiarato che gli interventi si sono resi necessari perché i Mossos d’Esquadra hanno anteposto la politica al proprio dovere: “Siamo obbligati a fare ciò che non volevamo fare”.

Negli ultimi minuti si è diffusa la notizia dell’arresto del ministro dell’istruzione catalano, Claras Ponsati: il fermo è stato eseguito dalla Guardia Civil che ha fatto irruzione nella sede del ministero, anche in questo caso sarebbero stati sparati proiettili di gomma mentre gli agenti si allontanavano dalla sede del dicastero con il ministro Ponsati.