Aveva molta fretta ed è uscito alla svelta. L'ultima cosa che ha fatto da vivo, sabato sera, è stata recarsi a casa degli anziani genitori dove, però, si è trattenuto pochissimo, giusto il tempo di cercare qualcosa - sembrerebbe delle stampe antiche - prima di salutarli e andar via velocemente. È mistero sulla morte di Giuseppe Stefano Di Negro, architetto 50enne di Sarzana, in provincia di La Spezia. Due ragazzi che transitavano lungo una strada locale accanto al greto di un torrente, hanno avvistato il cadavere sabato sera, riverso accanto alla sua auto.

Era stato colpito mortalmente alla testa: aveva il cranio fracassato.

Misterioso omicidio

A trovarlo senza vita nella serata di sabato, accasciato a terra nei pressi della sua vettura e a ridosso del torrente Calcandola in località Bradia, frazione del comune di Sarzana, sono stati due passanti che hanno subito dato l'allarme. I soccorsi, però, sono stati inutili: Di Negro aveva ricevuto più colpi, ma quelli mortali gli erano stati assestati alla nuca e alla fronte. L'arma utilizzata per ucciderlo, presumibilmente una pietra o un corpo contundente, non è stata trovata. Si sospetta che l'assassino l'abbia portata con sé, facendola opportunamente sparire. Ma chi e perché l'ha ucciso?

Gli uomini della squadra mobile spezzina non escludono alcuna ipotesi.

In Questura sono già stati ascoltati parenti e amici della vittima. Inoltre sono stati sequestrati il Pc e il telefonino dell'architetto. Gli inquirenti hanno appreso che l'uomo è uscito dall'abitazione del padre Giancarlo, chirurgo in pensione, alle 20, per far ritorno a casa sua. Invece, alle 21 circa, è stato trovato privo di vita.

Domande ancora senza risposta

Era riuscito l'architetto a trovare in casa dei genitori la stampa o le stampe antiche che, come raccontato anche da suo fratello, l'avvocato Francesco Di Negro, sarebbe andato a cercare con tanta fretta a casa dei genitori? E le stampe hanno qualcosa a che vedere con l'omicidio? Perché è andato in quel posto fuori mano, che non è nel tragitto da percorrere per raggiungere la sua abitazione, a mezzo chilometro di distanza dalla residenza dei genitori?

Doveva incontrare il suo assassino prima di tornare al suo appartamento, o casualmente in quella strada buia e fuori mano, alla periferia della città, si è imbattuto in un balordo?

Sono domande alle quali, in queste ore, gli investigatori stanno cercando di dare risposte. Intanto, però, sembra cadere l'ipotesi di una rapina, perché accanto al cadavere c'era tutto: sono stati ritrovati portafogli, soldi, chiavi, documenti e carte di credito. Il mistero, al momento, è ancora fitto, perché non sembra esserci una pista plausibile. Nemmeno l'esame del cellulare è risultato utile per dare una svolta alle indagini, non essendo stati ritrovati riscontri di un eventuale appuntamento in quel luogo. Resta in piedi l'ipotesi di una lite finita male: secondo alcuni amici, a casa dei genitori la vittima si sarebbe recata per cercare una pistola per difendersi, anche se gli inquirenti non confermano queste dichiarazioni.

Le portiere della sua Toyota Auris erano chiuse, segno che l'uomo si era recato in quella strada per vedersi con qualcuno.

Architetto stimato

Laurea in architettura al Politecnico di Milano con specializzazione in restauro e paesaggio, Di Negro era diventato un architetto affermato, artefice di interventi conservativi di prestigio a La Spezia e nell'hinterland. Primogenito di una famiglia di professionisti, era molto conosciuto e stimato a Sarzana. Sposato, era padre di due bambine. Chi lo conosceva, lo descrive come una persona perbene, mite, corretta, mai al di sopra delle righe. Non risulta avesse debiti, problemi finanziari, e neanche criticità familiari. Ad agosto, in occasione dei suoi 50 anni, con la moglie Prisca e le figlie aveva organizzato una grande festa in casa. Un contesto familiare sereno e una vita professionale riuscita. Fino a questo tragico epilogo.