Si è riunito al Quirinale, ieri, il Consiglio supremo di difesa, presieduto da Sergio Mattarella. Oltre al presidente della Repubblica, hanno preso parte alla riunione anche il premier Paolo Gentiloni; la ministra della Difesa, Roberta Pinotti; il ministro degli Affari esteri, Angelino Alfano; il ministro dell'Interno, Marco Minniti; il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan; il generale Claudio Graziano, capo di Stato maggiore della Difesa. Hanno partecipato anche Maria Elena Boschi, sottosegretaria di Stato; Ugo Zampetti, segretario generale della Presidenza della Repubblica, e il generale Rolando Mosca Moschini, segretario del Consiglio supremo di Difesa.

Attenzioni puntate sull'attuale situazione internazionale, in costante evoluzione, nonché sugli scenari di crisi e, soprattutto, di conflitto.

Il terrorismo jihadista

In primo piano nell'agenda europea della sicurezza e non solo, anche di quella nazionale, il terrorismo jihadista, "minaccia diretta ai cittadini e alle istituzioni democratiche", si legge sul sito del ministero della Difesa, che ha dedicato ampio spazio alla riunione, e causa principale di "destabilizzazione" in diverse aree dominate da situazioni critiche e conflitti. In merito alla stabilizzazione della Libia, è emerso "qualche passo in avanti" propiziato anche dall'impegno profuso dall'Italia in tale direzione, ma il "processo" può ritenersi in una fase di composizione di diverse posizioni assunte dai soggetti politici e, allo stesso tempo, di unificazione delle forze che rappresentano la sicurezza.

In tema, notevoli le aspettative sul ruolo negoziale e, chiaramente, d'indirizzo del nuovo rappresentante speciale del segretario generale dell'Onu.

La realtà nordafricana

Il Consiglio si è soffermato sugli importanti successi ottenuti dall'Italia sul fronte del controllo dei flussi migratori. Un tema che negli ultimi tempi ha generato un vivace dibattitto, tutt'altro che giunto alle ultime battute.

Apprezzate, dunque, le azioni del Governo, ma ora si auspica un impegno più determinato dell'Unione europea e di tutta la comunità internazionale. Largamente condivisa l'esigenza di un adeguato intervento nei Paesi da cui parte il transito dei migranti, su tutti quelli della zona nordafricana. D'altra parte lo sviluppo del continente africano richiede tempi non brevi.

Servono anche urgenti azioni da supporto. Si tratta di sfide che solo l'Ue, nel suo complesso, può affrontare. Ribadito, dal Consiglio, l'impegno dell'Italia per un sistema di difesa e sicurezza europeo integrato.

Corea del Nord

Capitolo Corea del Nord. Valutati gli sviluppi della situazione, nella consapevolezza dell'importanza degli esiti per gli equilibri di carattere internazionale e, non secondariamente, per la tenuta del trattato di non proliferazione nucleare. In tal senso, il Consiglio supremo di difesa ha espresso totale condanna alle iniziative definite provocatorie del regime di pyongyang, auspicando una soluzione della crisi e, in tale contesto, una maggiore cooperazione tra Usa ed Europa, tra Cina e Russia.

Si è parlato, infine, del Libro bianco della Difesa. Il Csd si riunisce almeno due volte all'anno nella sala degli arazzi di Lilla, ed è convocato dal presidente della Repubblica, anche su richiesta del premier ogni volta che si ravvisi la necessità. L'istituzione dell'organo risale a oltre sessantacinque anni fa, con Legge 28 luglio 1950, numero 624, durante la guerra di Corea e il timore di un'estensione del conflitto all'Europa. Ne entrarono a far parte i massimi responsabili, politici e tecnici, della sicurezza nazionale.