Le parole di Annelies Marie Frank hanno invaso gli stadi durante la decima giornata del campionato di Serie A. Le sue frasi di tolleranza e solidarietà avrebbero dovuto, per un momento, coprire i boati delle tribune e impartire, ancora una volta dopo settant'anni, una lezione di umanità. Almeno erano queste le intenzioni.

Il volto di Anna Frank è stato, in questi giorni, al centro di un'aspra polemica sorta in seguito all'affissione di adesivi in cui compariva l'immagine della ragazzina "photoshoppata" con la maglia della Roma. Il gesto, compiuto dagli ultras laziali, di cui 16 sono attualmente indagati, tra i quali diversi minorenni, ha provocato una serie di reazioni a catena decisamente discutibili da parte delle tifoserie, non solo di quella biancoceleste.

In seguito alla grave bravata dalle connotazioni spiccatamente antisemite, seguite dalle contestazioni da parte della comunità ebraica e non solo, sono arrivate le dovute scuse da parte della dirigenza laziale che, però, non hanno affatto posto fine alla controversia. Infatti la visita di Claudio Lotito presso il Tempio Maggiore, principale sinagoga di Roma, ha generato un ulteriore vortice di indignazione, poiché sono emerse alcune presunte affermazioni del presidente, pubblicate in esclusiva da "Il Messaggero", pronunciate prima della visita della delegazione laziale, nelle quali il patron biancoceleste avrebbe definito una "sceneggiata" la commemorazione. Per tutta risposta, i fiori offerti dalla società sono stati gettati sulle acque del Tevere, e i responsabili del gesto, secondo il presidente della comunità ebraica Ruth Dureghello, sarebbero alcuni giovani che hanno ritenuto profondamente offensive le presunte parole pronunciate dal massimo dirigente della Lazio.

Tutto ciò non ha affatto contribuito a placare le contestazioni che sono emerse anche durante il turno infrasettimanale di campionato. Alcuni Tifosi, in risposta alle manifestazioni di solidarietà, con la lettura pubblica di alcune pagine del diario della giovane scrittrice tedesca e la sua immagine raffigurata sulle maglie indossate dai giocatori della Lazio durante l'allenamento, hanno deciso di dare prova di quanto poco senso di civiltà sia spesso insito nel genere umano.

Un centinaio di tifosi della Lazio, infatti, prima del match contro il Bologna, ha deciso di intonare il coro "me ne frego", accompagnato dal saluto romano. Episodi spiacevoli si sono verificati anche a Torino dove alcuni tifosi, dando le spalle al campo, hanno cantato l'Inno di Mameli in forma di opposizione verso le manifestazioni di solidarietà.

Un atteggiamento simile si è avuto anche tra i sostenitori della Roma.

In risposta alle accuse, gli Irriducibili, storico gruppo di ultras laziali, hanno deciso di non prendere parte alla trasferta bolognese, definendo come una semplice bravata il gesto compiuto dai compagni di diffondere gli adesivi antisemiti, e rifiutandosi di prendere parte a quello che hanno etichettato come "teatro mediatico", e spronando anche gli altri tifosi a non "cedere" a strumentalizzazioni.

Ciò che purtroppo è sotto gli occhi di tutti è come, ancora una volta, un atto riprovevole, giustamente condannato, finisca per trasformarsi in una dimostrazione, l'ennesima, di inumana inciviltà .