Tre persone si sono scoperte positive al virus Hiv dopo essersi sottoposte volontariamente ad un test della saliva: è accaduto venerdì scorso, in occasione di un'iniziativa promossa a Viareggio da Anlaids, l'associazione nazionale per la lotta all'AIDS. Tre volontari (un medico, un'infermiera e una psicologa) hanno proposto ai giovani che uscivano dalla discoteca Maki Maki di effettuare volontariamente e gratuitamente un test di un tampone di saliva, per verificare l’eventuale positività all'Hiv.

Test della saliva: recente ma affidabile

Il test della saliva è abbastanza recente - essendo stato introdotto da pochi anni - e viene considerato uno screening affidabile.

Ad ogni modo, per avere la certezza definitiva della positività riscontrata, le tre persone dovranno sottoporsi ad esami del sangue, gli unici in grado di fornire una risposta certa al 100%.

"Gli esami permetteranno di sapere anche da quanto tempo hanno contratto il virus, se la positività sarà confermata", ha detto Maria Cristina Tognetti, volontaria e referente Anlaids per la Versilia. Se anche l'esame del sangue ribadirà la presenza del virus, dovranno seguire una terapia antivirale per il resto della loro vita, e saranno seguiti dalla dottoressa Antonella Vincenti del reparto Malattie Infettive di Massa. Come spiegano gli esperti del settore, le reazioni ai farmaci sono soggettive, ma se si interviene in tempo i malati possono condurre una vita normale, sia pure con le dovute precauzioni.

Per questo è importante che la diagnosi sia precoce. Fondamentale, nella prima fase, è l'aspetto emotivo: come ha spiegato la referente, se la positività dovesse essere confermata, i tre pazienti dovranno accettare la malattia e affrontarla.

Non si fa più comunicazione preventiva

L'Anlaids ha sottolineato che non esiste più un piano di comunicazione nazionale per informare sull'importanza della prevenzione.

Di conseguenza, aumentano i rischi di contagio soprattutto tra gli adulti che risultano essere i più sprovveduti sotto questo aspetto. "Per ammalasti basta anche un solo rapporto, in caso di contagio il virus si manifesta dopo sei mesi, ma in questo spazio di tempo può essere trasmesso, proteggersi è semplicemente vitale".

Secondo il dottor Spartaco Sani, direttore del reparto malattie infettive dell'ospedale di Livorno, "circa il 25% delle persone è sieropositivo ma non sa di esserlo"; un particolare che rende ancora più importanti i test preventivi.

"Quando la malattia si manifesta, si potrebbe avere già contagiato altre persone, la protezione preventiva è importante. Una volta accertata la presenza del virus Hiv, sottoporsi ad una terapia adeguata, per quanto cronica e necessaria per tutta la vita, oltre ad alcune accortezze, permettono di condurre una vita normale, senza correre il rischio di infettare altre persone e riducendo la possibilità di contrarre altre patologie, tumori compresi".