Ci troviamo ad Ivrea, una cittadina di circa ventiquattromila abitanti in provincia di Torino, nel piemontese, dove una lite tra ragazzine appena quattordicenni ha sfiorato il dramma. Secondo le testimonianze raccolte, la ragazzina, una studentessa di quattordici anni, avrebbe atteso la vittima alla fermata dell'autobus dove l'ha poi aggredita ed accoltellata causandole ferite lungo l'avambraccio e ad una gamba. Secondo la confessione della minorenne, la vittima avrebbe sparlato di lei alle sue spalle nel tentativo di creare litigi e discussioni tra lei ed il suo fidanzatino.

Una rivalità scaturita da una semplice attrazione verso lo stesso ragazzino, loro coetaneo, che ha creato delle diatribe non poco profonde che hanno spinto la giovane ad un gesto così estremo che, fortunatamente, non ha avuto conseguenze troppo gravi. Il paese, dopo quanto accaduto, risulta essere indignato ed intimorito poiché nessuno avrebbe mai pensato si potessero creare situazioni simili tra due adolescenti.

L'aggressione

Martina (questo è il nome che, per motivi di privacy, daremo all'aggressore) è stata subito fermata dai carabinieri e denunciata per possesso di arma da taglio, aggressione e lesioni gravi nei confronti di una sua coetanea. Martina portava con sé, intenzionalmente, un coltello a serramanico dalla lama di venti centimetri, lo stesso utilizzato per aggredire la coetanea che è stata urgentemente trasportata in ospedale dove le sono state somministrate le dovute cure e da dove è stata dimessa con una prognosi di qualche giorno.

All'aggressione hanno assistito alcuni testimoni, già ascoltati dalle forze dell'ordine, che hanno prontamente avvertito le autorità e che hanno collaborato alla cattura di Martina che, secondo quanto comunicato dai militari, vagava in cerca di un nascondiglio con il coltello nascosto all'interno del reggiseno.

La ragazzina è stata denunciata

La giovane, con una denuncia gravissima sulle sue spalle, sarà seguita attentamente da una psicologa per comprendere quali siano le reali motivazioni che l'hanno portata ad un gesto simile, cercando soprattutto di capire se quanto scaturito sia derivato da una situazione familiare non adatta ad una ragazzina della sua età. "Quanto accaduto", spiega la psicologa incaricata di controllare Martina, "deve far togliere dall'immaginario comune che determinate azioni non possono essere fatte dalle ragazze". Vi è anche l'aggravante della premeditazione, in quanto la ragazzina aveva già pensato di aggredire la rivale con un'arma da taglio.