Questo è quanto è accaduto ad una povera bambina di nove anni che è stata costretta, secondo le credenze che affliggono il suo popolo, a sposare un uomo di circa trentacinque anni che avrebbe, subito dopo il matrimonio, abusato ripetutamente di lei. La bambina frequentava tranquillamente una delle scuole elementari in provincia di Padova, ma al contrario delle sue compagne di scuola era costretta a sopportare ingiustizie dettate da quelle credenze che nel nostro paese non sono assolutamente viste di buon occhio. Ciò porta non poche perplessità rivolte a quella costituzione che permette agli extracomunitari di entrare tranquillamente nel nostro paese per richiedere asilo.
Una richiesta che dovrebbe imporre indistintamente il rispetto delle regolamentazioni vigenti in ogni ambito e la pratica, entro certi limiti, del proprio credo (questo per permettere a queste persone, rifugiate o meno, di integrarsi civilmente con la nostra civiltà).
La denuncia e l'apertura delle indagini
Negli ultimi giorni è stata aperta un'inchiesta che ha spinto ad una accurata indagine in merito a quanto stava accadendo all'interno della famiglia della vittima. Sia i genitori che il marito della povera bambina di appena nove anni sembrano essere di origine musulmana e non trovano, secondo quanto riscontrato dalle indagini, nulla di sbagliato in quel modo di agire e di vivere che molti italiani considererebbero immorale.
L'allarme è stato lanciato dai medici di un ospedale della città dopo che la bambina è stata trasportata d'urgenza al loro pronto soccorso con una emorragia interna causata dai ripetuti abusi subiti. I segni presenti sul corpo della minorenne hanno subito insospettito i medici che si sono trovati costretti a rivolgersi alle autorità competenti per denunciare quanto sono riusciti a scoprire.
Ciò che lascia sempre più senza parole è il fatto che la bambina, una volta giunta in Italia, sia stata "venduta" come sposa ad un mussulmano di trentacinque anni senza poter esprimere il proprio parere a riguardo.
Una realtà impunita che va cambiata
Si tratta di una realtà che, contrariamente a quanto stanno cercando di fare le istituzioni, sembrerebbe infervorare quella mentalità secondo la quale la donna è vista come un oggetto e che, come tale, debba essere utilizzata come tale.
Secondo le dichiarazioni di Andrea Ostellari, segretario della Lega di Padova, bisognerebbe prendere una posizione non indifferente e far valere le proprie leggi nei confronti di queste persone che, a pochi giorni dalla giornata mondiale contro la violenza sulle donne, continuano imperterrite a beffarsi dei loro diritti.