Nell'epoca di internet sempre più spesso le questioni riguardanti la rete entrano nelle aule di tribunale, dove i giudici si trovano a sentenziare su questioni prive di precedenti. E' quanto è accaduto a Mantova, dove i magistrati a Settembre hanno depositato una sentenza, emersa in questi giorni, dove hanno stabilito stabilito che non è lecito pubblicare sui social foto dei propri figli minori se l'altro genitore non è d'accordo. E in questi casi il genitore contrario può chiedere e ottenere la rimozione delle foto pubblicate e l'inibizione a pubblicarne di ulteriori.

La sentenza

Secondo il magistrato mantovano postare foto di minori sui social è una condotta potenzialmente pregiudizievole nei loro confronti, in quanto le immagini vengono rese disponibili ad un numero imprecisato di persone, tra cui sconosciuti che potrebbero essere malintenzionati e decidere di avvicinarsi ai bambini dopo averne visto le foto. Inoltre la pubblicazione esporrebbe al rischio che queste siano usate per generare fotomontaggi di natura pedopornografica da far circolare tra i pedofili, come è stato più volte appurato dalle forze dell'ordine.

Il caso finito in tribunale

La vicenda finita all'attenzione dei giudici riguarda il caso di un padre di due bambini che ha presentato ricorso chiedendo al magistrato di rivalutare le regole stabilite per i rapporti tra genitori e figli, alla luce di comportamenti ritenuti diseducativi compiuti dalla madre dei piccoli.

Alcuni mesi fa infatti il Tribunale aveva regolato i "rapporti personali ed economici tra genitori e figli" stabilendo l'affido condiviso e la residenza dei bambini con la madre. La richiesta si basava sul fatto che la madre avrebbe coinvolto i bambini nella pratica del "Reiki", circostanza che però il giudice ha ritenuto non sufficientemente provata, oltre al fatto che non avrebbe rappresentato una inadeguatezza educativa della donna.

Tuttavia il giudice ha evidenziato che nonostante nel precedente accordo fosse stato sancito il divieto di pubblicare le foto dei bambini sui social e che la madre avesse assunto l'impegno a cancellare quelle già pubblicate, aveva continuato a pubblicare un gran numero di fotografie. Un comportamento che secondo il giudice viola la "tutela dell'immagine" stabilita dall'articolo 10 del codice civile e la "tutela della riservatezza dei dati personali", sancita dal Codice della privacy, ed infine alcune parti della Convenzione di New York.

Il magistrato ha fatto riferimento anche al regolamento Ue del 27/04/2016, che però entrerà in vigore a partire dal maggio del prossimo anno, che stabilisce che le fotografie dei figli rappresentino un "dato personale", implicando che la loro diffusione sia un'interferenza nella vita privata.