Cinque ore serrate di controlli e rilievi, durante i quali è stata passata al setaccio la casa dei due indagati, Giuseppe e Simone Santoleri, ex marito e figlio di Renata Rapposelli, la pittrice di Ancona scomparsa lo scorso 9 ottobre dopo essere stata con i familiari a Giulianova, in Abruzzo. I due uomini sono stati iscritti nel registro degli indagati per omicidio aggravato da legami di parentela, occultamento e distruzione di cadavere.

Ieri, nell'abitazione posta sotto sequestro, i carabinieri del Ris di Roma (reparto investigazioni scientifiche) hanno cercato prove, tracce di sangue di Renata.

Tuttavia non ne hanno trovate, mentre i rilievi biologici saranno analizzati e comparati nei prossimi giorni. Non sarebbero stati sequestrati né vestiti né oggetti. Il giallo è tutt'altro che risolto.

Interrogatorio di 6 ore in caserma

Giovedì pomeriggio, padre e figlio sono stati prelevati dalla loro casa in Abruzzo e, a bordo di un'auto dei carabinieri, sono stati portati nei pressi di Loreto, nel luogo in cui Giuseppe ha dichiarato di aver lasciato "Reny". Il figlio, dopo un litigio tra i genitori per motivi economici, aveva chiesto al padre di riaccompagnare la madre ad Ancona. La donna, essendo molto religiosa, avrebbe detto di voler andare a pregare al santuario.

Padre e figlio subito dopo sono stati portati nella caserma di Ancona (città in cui risiede la pittrice), e lì sono stati interrogati per molte ore per chiarire cosa sia realmente accaduto nel giorno della scomparsa della donna.

A Simone è stato chiesto conto anche di una denuncia della sua ex moglie - risalente a 6 anni fa - in seguito alla quale, siccome all'epoca lavorava come guardia giurata, gli fu ritirato il porto d'armi e perse il suo impiego. Successivamente venne anche allontanato dalla compagna e dalla figlia. Al termine dell'interrogatorio, entrambi sono stati iscritti dal pm nel registro degli indagati.

I Ris nella casa di Giulianova

Quando padre e figlio hanno fatto ritorno a Giulianova, ieri mattina alle 5:30, hanno trovato la casa sigillata in seguito al provvedimento emesso dal pm Andrea Laurino. I Ris sono giunti sul posto alle 13, lavorando fino alle 18: per 5 ore sono stati operativi nell'abitazione per effettuare i rilievi del caso, estesi anche all'auto sequestrata, ovvero la Fiat 600 bianca con cui Giuseppe ha affermato di aver accompagnato l'ex moglie verso Loreto.

Tra l'altro, dopo il 9 ottobre, per un paio di settimane, la vettura è stata ferma da un meccanico, sembrerebbe per sostituire la scatola del cambio.

Simone Toscano, inviato della trasmissione "Quarto Grado" che ieri ha seguito il caso, ha scoperto tramite dei vicini che c'è una stanza attigua all'appartamento dell'abitazione in cui i Ris non sono entrati perché non ne conoscevano l'esistenza. Inoltre c'è un solaio condominiale che collega con la cucina dei Santoleri, nel quale gli inquirenti non sono intervenuti.

La "difesa" di Simone

Al giornalista di "Quarto Grado" che gli ha chiesto se avesse fatto qualcosa di male a Renata, Simone (che prova ancora un forte risentimento per l'educazione più che "castrante" di una madre che ha definito "bigotta"), ha risposto: "Adesso ci saranno le indagini.

Lo vedranno dai tabulati telefonici. Io sono rimasto a Giulianova, non mi sono spostato. Ci sono anche delle telefonate che lo confermano. Non ci sono stati litigi né ho alzato le mani su mia madre. Mamma è andata via tranquilla con papà. Se fosse successo davvero qualcosa, qui sarebbe stato impossibile poterlo nascondere. Se voi me lo aveste chiesto 30 anni fa, sì, avrei fatto qualcosa di grave, ero un ragazzino e soffrivo le pene dell'inferno, lo confermo. Ma adesso ho 43 anni, ho comprato una casetta, per quanto piccolina sia, ce l'abbiamo fatta". Padre e figlio, indagati a piede libero, dopo aver trascorso la notte nello studio del loro avvocato, si sono per il momento trasferiti in un Bed and Breakfast.