Ci troviamo nei pressi dell'Ospedale S. Anna di Ferrara, in Emilia romagna, dove un uomo, la cui identità non viene resa nota per motivi di privacy, ha subìto una operazione al cervello in stato di piena coscienza e mentre suonava il clarinetto. Il reparto di neurochirurgia dell'ospedale è stato così deliziato da della buona musica dal vivo nel bel mezzo di una operazione delicata quanto rischiosa che ha visto il paziente collaborare in una maniera mai vista prima e con così tanta tranquillità da lasciare a bocca aperta anche i medici presenti in sala operatoria.

Un'operazione fuori dal normale che ha permesso all'equipe di medici di uscire fuori dai soliti schemi riuscendo addirittura a tenere sotto controllo non solo le funzioni vitali del paziente, ma anche le sue capacità sensoriali che, altrimenti, non sarebbero state tenute a dovere sotto controllo. Quando solitamente si opera su di un cervello affetto da tumore è necessario asportare quanta più massa tumorale possibile e cercare di ridurre al minimo gli eventuali danni che la delicata operazione può causare, ma non è possibile visionare realisticamente le capacità sensoriali del soggetto. Proprio per questo motivo, il fatto che il paziente suonasse il clarinetto ed abbia deciso di suonarlo durante l'operazione ha reso possibile la sorveglianza diretta delle sensazioni del soggetto e della sua capacità sensitiva.

Un'operazione molto discussa inizialmente, ma che ha portato ad ottimi risultati

Il paziente si era recato in ospedale per alcuni controlli dopo avere avuto una crisi epilettica e, dopo accurate analisi, si era risalito ad un tumore localizzato all'interno del cervello e che intaccava la sensibilità della mano e del braccio sinistro (cosa che per un musicista è non poco fondamentale).

Ed è stata proprio questa notizia a richiedere una breve riunione in cui il dottor Pasquale De Bonis, neurochirurgo, ed il direttore del reparto Michele Alessandro Cavallo hanno discusso attentamente e dettagliatamente i dettagli dell'operazione, decidendo di tentare l'operazione con il paziente cosciente ed "in azione". Il paziente, durante l'intervento, ha comunicato di non riuscire a gestire alla perfezione le movenze della mano sinistra (ciò, in tempo reale, ha causato una irregolarità nell'esecuzione dei brani ed ha permesso ai medici di capire in che modo intervenire). La corretta esecuzione dei brani ha permesso all'equipe di medici di intervenire seguendo una "mappa" che ha minimizzato, riducendoli quasi a zero, gli errori.