È di pochi minuti fa, la comunicazione ufficiale dell'interruzione delle trattative sindacali tra UILPA Polizia Penitenziaria, U.S.P.P. e F.S.A. C.N.P.P. e la Direzione della Casa Circondariale di Agrigento.

La pesante rottura

Al centro della rottura - sostengono i segretari Calogero Speziale, Giuseppe Terrazzino, Calogero Spinelli e Fabio Casalicchio - c'è l'impossibilità contrattuale con la Direzione della Casa Circondariale in merito al grave ammanco di personale di Polizia Penitenziaria, ridotto drasticamente a seguito del decreto Madia.

Un pesante ridimensionamento di circa 600 unità in ambito siciliano: a farne le spese saranno, ovviamente, gli agenti di polizia penitenziaria, ridotti ad un numero esiguo e costretti a condizioni lavorative davvero difficili.

La nuova organizzazione del lavoro, ad oggi, ha prodotto accorpamenti e riduzioni dei posti di servizio, le cui conseguenze hanno riguardato i danni alla sicurezza operativa del personale di Polizia Penitenziaria. Non a caso, secondo le sigle, nel corso degli ultimi mesi si sarebbe registrato un incremento delle aggressioni nei confronti dei poliziotti penitenziari.

Questo quadro costringe le sigle sindacali a interrompere le trattative e a proclamare lo stato di agitazione, avendo peraltro rilevato durante i lavori del tavolo tecnico la posizione responsabile dellAutorità Dirigente, che ha esternato pubblicamente l'ammanco di 150 posti di servizio settimanali.

Quanto capitato poche ore fa, era già accaduto nel lontano aprile del 2011 quando, per ragioni di sicurezza ed incolumità del personale di polizia penitenziaria, venne proclamato un sit-in ad Agrigento con partenza da via Imera, di fronte la BNL con arrivo davanti la Prefettura di Agrigento, sede del rappresentante del governo.

In quel caso, furono ragioni simili a quelle contestate in data odierna, ma che sottolineano, nuovamente, ben 6 anni e mezzo dopo, l'impossibilità o la quasi totale mancanza di confronto per la risoluzione di una problematica che, come altre, si protrae da tempi immemori disarmanti e imbarazzanti.

I sindacati non escludono ulteriori forme democratiche di protesta in caso di mancate risposte da parte della Direzione a seguito della ricezione della nota. Le comunicazioni, diffuse tramite comunicati stampa, sono in costante aggiornamento e potrebbero variare nelle ore successive al presente.