Una cagnetta di nome cola nel corso del 2016 fu aggredita nella periferia thailandese da un uomo che gli massacrò brutalmente le zampe con un machete fino ad amputargliele. Ma ora, grazie alla tecnologia protesica e all’amore del suo proprietario, la piccola Cola è tornata a correre e saltare.
L’infame aggressione a Cola
A commettere il folle gesto, che quasi costò la vita a Cola, fu un operaio edile di nome Theprachen Srisoda. L'uomo, interrogato dalla polizia, ammise di aver attaccato il cane per un diverbio con la proprietaria Natnicha Phuthorntong.
Infatti, qualche giorno prima dell’aggressione Cola si era intrufolata nel giardino dell’uomo e per gioco aveva mordicchiato i suoi stivali da lavoro ed un elmetto protettivo. La padrona della cagnetta, per rimediare al danno, diede all'uomo un risarcimento in denaro e promise di tenerla legata con una catena. Evidentemente questo non bastò ad accontentare Theprachen che per vendicarsi decise di torturare la povera bestiola amputandogli entrambe le zampe anteriori.
Una nuova famiglia per Cola
Cola, sopravvissuta per miracolo all’attacco, fu abbandonata dalla sua proprietaria e fini a vivere come una randagia per le strade thailandesi. Poco tempo dopo però John Dalley, pensionato di origini britanniche trasferitosi in Thailandia noto la cagnolina orrendamente deturpata e decise di prenderla con sé.
Dalley si è mobilitato per cercare di risolvere la grave infermità fisica che affliggeva Cola rivolgendosi ad un’azienda operante in Thailandia nel settore delle protesi umane. Dopo un attento studio della situazione gli esperti sono riusciti a creare delle protesi adatte a Cola tenendo in considerazione le differenze strutturali tra un portatore umano ed un "canide" per garantirgli il miglior equilibrio possibile.
La realizzazione delle protesi
A dirigere la realizzazione delle protesi è stato l'ortopedico Bendt Soderberg, che esercita la professione in un ospedale a Phuket. Il Dottor Soderberg ha spiegato che quello che voleva ottenere erano delle protesi resistenti ma soprattutto flessibili, in grado di adattarsi ai salti e al "trotterellare" energico tipico dei canidi.
Cola non è il primo cane ad indossare protesi artificiali, ma è il primo a ricevere questi particolari modelli che normalmente sono utilizzati per gli atleti paraolimpici. Le protesi si piegano a "c" e si collegano agli arti attraverso delle prese in silicio ancorate ai "moncherini". Teddy Fagerstrom, amministratore dell'impresa produttrice di protesi, ha dichiarato che spera che il caso di Cola serva a sensibilizzare l'opinione pubblica sulla necessità di utilizzare supporti protesici anche sui nostri amici a 4 zampe per migliorarne le condizioni di vita.