Le prigioni politiche della Corea del Nord sono orrende, e forse sono peggiori dei campi di concentramento nazisti dove milioni di ebrei hanno subito l'Olocausto. Questa è la conclusione a cui è arrivato un sopravvissuto di Auschwitz e di Sachsenhausen dopo aver sentito i racconti di alcuni prigionieri e di alcune guardie nordcoreane. Thomas Buergenthal, che ha vissuto nel ghetto di Kielce, in Polonia, è uno dei tre giudici internazionali che ritengono necessario processare il leader nordcoreano Kim Jong Un per crimini contro l'umanità per il modo in cui il suo regime sottomette la popolazione

I crimini perpretati nelle prigioni

Del gruppo fa parte anche Navi Pillay, un giudice sudafricano che presiedeva il Tribunale penale internazionale per il Ruanda diventando poi funzionario dell'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, e Mark Harmon, che ha lavorato in Jugoslavia, e studiato i crimini di guerra in Cambogia.

I tre hanno raccolto le testimonianze di ex prigionieri e guardie carcerarie per l'inchiesta avviata dall'International Bar Association. Nel rapporto, che sarà pubblicato oggi ci sono schiaccianti prove per poter incriminare il regime di Kim di 10 degli 11 reati di guerra riconosciuti a livello internazionale che comprendono: omicidio, schiavitù, torture e violenze sessuali. Per Pillay, in nessun'altra parte del mondo vengono consumate tali atrocità.

Corea del Nord uno stato totalitario

Le tre generazioni di Kim hanno fondato la loro sopravvivenza su un rigido sistema capace di garantire repressione e consenso imperniato sul culto della personalità che identifica nel capo il dominatore assoluto.

Chiunque parli male del regime viene mandato in un bagno penale a morire, spesso accompagnato dalla famiglia per eliminare definitivamente il "seme" dei "nemici dello stato". Gli esperti valutano che ci siano almeno 130.000 nordcoreani carcerati in quattro campi giganteschi, sottoposti a sevizie crudeli. I tre giudici hanno ascoltato decine di testimonianze coprendo un periodo che va dal 1970 a 2006, Dai racconti scaturisce una realtà drammatica, detenuti morti per malnutrizione e per i turni disumani di lavoro, 20 ore consecutive in miniera.

Stupri e aborti forzati che spesso hanno portato alla morte le donne. Un sopravvissuto ha raccontato di essere stato catturato mentre cercava di arrivare in Cina, spogliato e appeso a testa in giù, picchiato e torturato con il fuoco. Pur essendo del 2006 la testimonianza più recente ascoltata, i componenti della commissione detengono una dichiarazione giurata di Thae Yong-ho, diplomatico nordcoreano scappato dalla sua ambasciata a Londra, che ha affermato di conoscere personalmente diversi funzionari che sono finiti nei campi di prigionia durante le purghe che hanno fatto seguito all'esecuzione di Jang Sing Thaek, zio di Kim Jong Un.

Riconosciuti 10 crimini contro l'umanità

Degli 11 crimini contro l'umanità riconosciuti dalla Corte penale internazionale, il regime nord coreano li ha commessi tutti tranne uno, l'apartheid. Ci sono parecchie ragioni per pensare che i campi di concentramento siano ancora operativi con i quattro più grandi visibili dal satellite. Naturalmente l'ambasciatore nordcoreano presso le Nazioni Unite, Pak Song Il, ha respinto e rinnegato totalmente questo rapporto, considerandolo fabbricato e infondato.