Il ladro di origine Rom che era entrato nell'appartamento è in libertà, mentre l'uomo che lo ha picchiato per difendere la sua casa e la sua famiglia ha trascorso sette mesi agli arresti domiciliari e si è visto condannare a 18 mesi di condizionale, oltre ad essere tenuto a risarcire il ladro con la somma di 1.500 euro. È questo l'epilogo di una storia accaduta a Firenze e raccontata dal giornalista Luca Romano sulle colonne de 'Il Giornale'.

Scopre un ladro in casa e lo aggredisce

Il protagonista della vicenda è Simone P., un uomo fiorentino di cinquant'anni che, due anni fa, rincasando dopo un periodo trascorso al mare con la figlia che all'epoca aveva dieci anni, ha scoperto un intruso nella sua abitazione.

Fu la bambina a dare l'allarme, mettendosi a gridare quando entrò in bagno e si trovò davanti il ladro, un uomo sulla ventina d'anni che poi sarà accertato essere di origine Rom.

Vistosi scoperto il ladro spintonò il padrone di casa per scappare,e lui, che ha alle spalle anni di pugilato e di pratica del 'Calcio storico fiorentino. ha reagito percuotendolo con ferocia. 'Ho pensato a difendere mia figlia, pensavo ai pericoli che poteva correre', ha affermato l'uomo nel corso di un'intervista con un quotidiano.

Picchia il ladro, condannato

'Non potevo sapere se fosse o meno armato, quindi gli ho sferrato dei pugni e gli ho rotto il setto nasale. Gli ho spaccato alcuni denti e lui è caduto a terra, mentre i vicini di casa stavano allertando le forze dell'ordine', racconta l'uomo, che ritiene di aver agito per difendere sua figlia, che dalla brutta esperienza è uscita traumatizzata.

Ma alcuni giorni fa è arrivata la sentenza della giustizia italiana, che lo ha condannato a un anno e mezzo con la condizionale ed un risarcimento di 1.500 euro da versare al ladro. 'Mi hanno processato per lesioni aggravate, il ladro si è presentato in tribunale su una carrozzina per impietosire il giudice, e pare che ci sia riuscito' si sfoga l'uomo, che ha trascorso un periodo di sette mesi ai domiciliari.

L'uomo racconta di avere rinunciato a fare ricorso in Appello, poiché non vuole più avere a che fare con la vicenda.

Sulle pagine dei social network che hanno riportato la notizia la maggioranza dei commentatori esprimono solidarietà all'uomo, e ritengono che abbia fatto bene ad agire in questo modo per difendere sua figlia. Ma tra i tanti commentatori, ce ne sono anche alcuni che ritengono che abbia usato una violenza eccessiva, deprecando la giustizia sommaria.