Il presidente egiziano Abdel Fattah el-Sisi e le principali istituzioni egiziane hanno condannato l'attacco terroristico contro la chiesa di Helwan, chiedendo ai musulmani di unirsi ai cristiani nelle loro celebrazioni religiose per mostrare compattezza e solidarietà contro il terrorismo. El-Sisi ha elogiato lo "spirito eroico e gli alti sacrifici" del personale di sicurezza che ha sventato l'assalto avvenuto venerdì 29 dicembre.
Il terrorismo, un cancro che va estirpato
In una dichiarazione dell'ufficio di El-Sisi, l'attacco viene descritto come "disumano", sollecitando al contempo una maggiore sicurezza intorno alle istituzioni religiose.
Il presidente dell'egitto ha esteso le sue condoglianze alle famiglie dei martiri dell'attentato, aggiungendo che i disperati tentativi di seminare il terrore non faranno altro che aumentare l'insistenza degli egiziani a continuare a ripulire il paese dal terrorismo e dall'estremismo.
Cos'è successo realmente?
Due uomini armati appartenenti all'Isis hanno ucciso nove persone di fronte ad una chiesa nel sud del Cairo, durante le celebrazioni natalizie cristiane copte. Le forze di sicurezza hanno ammazzato uno degli assalitori in uno scontro a fuoco al di fuori della chiesa di Mar Mina, nel distretto di Helwan, mentre l'altro aggressore è stato catturato. Il portavoce del ministero della Sanità, Khaled Megahed, ha dichiarato alla televisione di Stato che nove persone, tra cui un musulmano e otto cristiani, sono state uccise, mentre tra i feriti ci sarebbero due donne in condizioni critiche.
La Tv di Stato ha anche trasmesso le foto del corpo del terrorista, mostrando un uomo barbuto che indossava un gilet esplosivo steso a terra, mentre la folla si radunava intorno ai suoi resti. Il ministero degli interni ha riportato che il killer ha ucciso due persone in un negozio prima di dirigersi verso la chiesa, dove ha tolto la vita ad altre sette persone, tra cui un poliziotto.
Il grande imam Ahmed el-Tayeb condanna duramente l'attacco
Il grande imam egiziano, Ahmed el-Tayeb, ha condannato duramente l'attacco terroristico, invitando i musulmani egiziani ad unirsi ai copti nelle celebrazioni natalizie, come una forma di rifiuto dei piani malvagi dei terroristi. Il Gran Mufti Egiziano Shawky Allam ha affermato che coloro che "attaccano le chiese e terrorizzano la gente" sono "un nemico del Profeta", aggiungendo che i crimini di cui si macchiano i gruppi terroristici ed estremisti sono religiosamente proibiti, poiché violano gli alti principi della legge della Sharia che chiede di preservare le anime.
Il Parlamento egiziano ha esteso le condoglianze alle famiglie delle vittime, affermando che "le pallottole dei terroristi non distinguono tra un musulmano e un cristiano o tra una moschea e una chiesa", poiché il terrorismo prende di mira tutti i tessuti sociali.
Anba Raffaele, vescovo copto: "la minaccia non sono le armi, ma le menti"
Anba Raffaele, segretario del santo sinodo copto, ha affermato che il problema non risiede nelle armi dei terroristi, ma nella mente che spinge a rendersi protagonisti di tali stragi. Anche se vengono arrestati due o tre attentatori, ce ne sono sempre migliaia pronti a colpire nuovamente. Bisogna risolvere il problema dalle fondamenta, dall'istruzione ai media, per poter evitare un indottrinamento errato.
Non bisogna condannare, ha spiegato ancora Anba Raffaele, solo chi compie questi attentati, ma anche chi li progetta e li finanzia. "Noi come cristiani - ha continuato il vescovo copto - sappiamo dove andiamo e non abbiamo paura, ma il terrorismo minaccia l'intero paese. Cristiani e musulmani, con tutto il cuore porgiamo le condoglianze a tutte le famiglie delle vittime".
I cristiani copti, che costituiscono circa il 20% dei 100 milioni di abitanti del paese, celebrano il Natale il 7 gennaio. I militanti islamisti hanno ucciso dozzine di cristiani in attentati e sparatorie negli ultimi anni. La sicurezza è stata rafforzata nei pressi delle chiese prima delle celebrazioni copte, dispiegando poliziotti per proteggere gli edifici sacri, e installando dei metal-detector in quelli più grandi.