"Non ce la facevo più": Antonella Barbieri, 39 anni, la mamma che ha soffocato con un cuscino la figlia più piccola, Kim di 2 anni, e ha poi ucciso con una coltellata l'altro figlio, Lorenzo Zeus, di 5 anni, per poi tentare di togliersi la vita, dal letto dell'ospedale di Reggio Emilia dove, in terapia semintensiva da giovedì è piantonata in stato d'arresto, ripete poche frasi scarne. "Non ce la facevo più, ho fatto qualcosa di male, voglio solo morire". La donna che sta rifiutando di ricevere le cure, sentiva le voci ed era stata da poco sottoposta a trattamenti psichiatrici.
L'insidioso 'agguato' della follia
"Sento le voci": a fine estate il grido di aiuto di Antonella era arrivato forte e chiaro ai suoi familiari che erano corsi ai ripari. L'ex modella, a settembre era stata ricoverata in un clinica psichiatrica in provincia di Mantova con trattamento sanitario obbligatorio per le patologie psichiatriche riscontrate, un preoccupante "quadro psicotico", e vi era era rimasta per un mese. Lo scorso 9 ottobre era stata dimessa ed era tornata a casa. Sembrava stesse meglio, come ha raccontato il suocero Davide Benatti. Sono seguiti incontri e colloqui con specialisti, l'ultimo soltanto un paio di settimane fa, aveva rasserenato i parenti, certi del buon esito delle cure.
Niente faceva presagire ai familiari ciò che è accaduto: "Con noi non ha mai dato la sensazione di poter arrivare fino a questo punto, altrimenti mio figlio sarebbe intervenuto. E anche nel giorno della tragedia, sembrava fosse tutto a posto”, ha detto il suocero. Per tutti loro, Antonella era un donna che viveva per la famiglia e i figli, una mamma premurosa e attenta che "sembrava stesse bene".
Confessione in ospedale
I carabinieri la controllano giorno e notte per evitare che ritenti il suicidio. Al sostituto procuratore Maria Rita Pantani che coordina le indagini, alla presenza del suo difensore, Federica Ghesini, che l'ha raggiunta, dal letto d'ospedale dove in condizioni stabili resta in prognosi riservata, la donna accusata del duplice Infanticidio, ha raccontato l'ultima tragica mattina di giovedì.
Sembrava una mattinata come tante: alle 7 e 30, ha fatto colazione con i bambini, mentre suo marito, Andrea Benatti, ex gloria del rugby, era già uscito per andare a lavorare nell'officina di famiglia dove si riparano veicoli industriali. Mentre i figli giocavano, qualcosa si è definitivamente "rotto" nella mente di Antonella: "intorno alle 10 non ce l'ho fatta più, e ho deciso di fare quello che ho fatto", ha detto in stato confusionale. Al sostituto procuratore, ha accennato a problemi coniugali, esistenziali e a quel buio nella mente. La donna che dopo aver ucciso i figli, ha tentato il suicidio, rifiuta le cure, non ha dato il consenso per un intervento chirurgico che avrebbe potuto ridurre la ferita al polmone che si è inferta con lo stesso coltello con cui ha ucciso il bambino.
Se fosse confermata la malattia mentale che l'ha trasformata in madre assassina, non andrebbe in carcere ma nella Residenza per le esecuzione delle misure di sicurezza di Castiglione delle Stiviere, ex ospedale psichiatrico giudiziario.
Le indagini
Le indagini proseguono per accertare tempi e modi dei due delitti, Sono state acquisite le immagini delle telecamere della casa familiare nelle campagne di Suzzara, in provincia di Mantova. Si vede la mamma che esce di casa con il figlio di 5 anni alle 12. La bambina di 2 anni potrebbe essere stata soffocata sul letto matrimoniale, tra le 10 e le 12. Alle 14 di quel tragico giovedì, la Fiat Stilo, è stata avvistata da un pastore che portava le pecore al pascolo in una zona isolata sulle rive del Po.
L'uomo avvicinatosi ha visto la donna al volante immobile, le ha chiesto se avesse bisogno d'aiuto. Lei ha risposto di no. Solo dopo aver chiamato i soccorsi, quando sono riusciti ad aprire l'auto, i militari hanno scoperto sotto una coperta insanguinata il bambino morto accoltellato al cuore e lei che si era accoltellata alla pancia.