Nell'ultima puntata di Quarto Grado dell'8 Dicembre 2017, Alessandra Viero e Gianluigi Nuzzi sono tornati ad occuparsi del caso di Elena Ceste, la donna scomparsa da Costigliole D'Asti ad inizio 2014, ritrovata cadavere nove mesi dopo la sparizione. Accusato della morte della donna è il marito Michele Buoninconti, ex vigile del fuoco. L'uomo, nonostante le prove evidenti contro di lui e la pesante condanna a 30 anni di carcere, si è sempre proclamato innocente. Subito dopo l'arresto, Michele Buoninconti appariva molto sciatto e provato, con tanto di barba e capelli lunghi, ma in seguito, man mano che proseguivano le udienze a suo carico, il suo look era divenuto sempre più curato, con tanto di capelli tagliati ed un sorriso fiducioso sulle labbra.

Tuttavia, finora i giudici non hanno mai dato ragione alle sue aspettative, confermando dunque la condanna a 30 anni, sia in primo che in secondo grado.

In un video mostrato da Quarto Grado, vediamo Buoninconti che afferma lapidariamente: "Non riusciranno mai a chiudere le indagini, non hanno niente in mano, solo le loro bugie che non reggono". Michle Buoninconti venne arrestato il 29 Gennaio 2015, tre mesi dopo il rinvenimento del cadavere della moglie Elena. Come già detto, l'ex vigile del fuoco ha sempre dichiarato la sua innocenza; lo fece anche nel Novembre di due anni fa quando arrivò la prima condanna, dopo cinque udienze del processo.

Il caso Elena Ceste a Quarto Grado: Michele si proclama innocente

A tre anni dalla morte, Quarto Grado è tornato ad occuparsi del caso di Elena Ceste. Unico colpevole riconosciuto, almeno finora, è il marito della donna Michele Buoninconti, che nonostante l'evidenza dei fatti continua a proclamarsi innocente. Nonostante la condanna a 30 anni di reclusione avvenuta due anni fa, la verità di Michele non è cambiata.

Il marito della Ceste giura di non essere stato lui ad uccidere Elena. Secondo i magistrati, invece, il Buoninconti avrebbe eliminato la moglie, soffocandola in casa, a causa dei ripetuti tradimenti da parte di lei. L'omicidio avvenne la mattina del 24 Gennaio 2014 nella loro abitazione sita a Costigliole d'Asti.

Il corpo fu poi occultato nel Rio Mersa, dove venne rinvenuto nove mesi più tardi.

Seguirono poi numerosi depistaggi, telefonate in cui Michele fingeva dolore per non essere riuscito a cercare la povera Elena. Anche in appello lo scorso Gennaio, Michele era sembrato essere molto sicuro di sé, difeso dai suoi legali Enrico Scolari e Giuseppe Marazzita, che si sono impegnati duramente nello smontare le tesi da parte dell'accusa, senza però riuscirci. Il secondo processo, terminato lo scorso Febbraio, ha confermato la condanna a 30 anni per l'imputato. Per aggiornamenti su questo ed altri casi di cronaca nera, continuate a seguirci.